"Via delle Oche" Lit. 12000 (Clueb 2000)
nota introduttiva di Marcello Fois
nota finale di Luigi Gozzi



E' la versione teatrale - curata dallo stesso Lucarelli - del suo romanzo "Via delle Oche"



Progetto Drammaturgico TRE

testo di Carlo Lucarelli
regia di Luigi Gozzi
con Marinella Manicardi
Andrea Caimmi
Mirella Mastronardi
scena Davide Amadei
materiali sonori Antonia Gozzi
costumi Betta Muner
luci Piero Fazzini
di Carlo Lucarelli
schema drammaturgico TRE di Luigi Gozzi
produzione TEATRO NUOVA EDIZIONE

Teatro delle Moline
debutto 19 gennaio 1999
replicato dal 23 febbraio al 20 marzo 2000



Carlo Lucarelli, ha adattato per il TNE un suo precedente romanzo dallo stesso titolo (Sellerio ‘96): siamo nel 1948, nell’Italia della ricostruzione e dei blocchi contrapposti e ci sono ancora le case chiuse.

Il morto su cui si indaga è un serafino, l’uomo del bordello, trovato impiccato pochi giorni prima delle elezioni del 18 aprile. Ma non è un suicidio come si cerca di far credere in un primo momento e non sarà facile per l’ispettore di polizia De Luca risalire ai moventi e agli autori del delitto.

L’ambiente del casino non è facile e i personaggi con cui l’ispettore ha a che fare sono tutt’altro che disposti a collaborare: una maitresse a suo modo astuta e certamente reticente, una giovane prostituta dominata soprattutto dalla paura. Lo stesso De Luca, l’ispettore che pure è arrivato a ricostruire con precisione la vicenda delittuosa dovrà accorgersi che quella verità che appare piena e chiara non potrà essere portata alla luce perché troppo forti sono le ragioni che lo impediscono.



Corriere della sera
Romanzo giallo in un bordello
Perchè Carlo Lucarelli storicizza i suoi racconti polizieschi o, come si dice oggi, noir o neo-noir? E' una domanda cui in senso psicologico non si può rispondere. Come non si potrebbe rispondere alla stessa domanda per Andrea Camilleri. Ma si potrebbe dare una risposta che chiamerò sociologica: forse, a causa della penuria di una analoga letteratura scritta (cioè non scritta) negli anni in cui sono ambientati i romanzi dello scrittore bolognese e di quello siciliano. E insomma: questo fiorire di romanzi storici, di letteratura popolare e non popolare, viene inconsciamente a colmare un vuoto. L'effetto reale è comunque, e inevitabilmente, quello di creare atmosfere. In Lucarelli non vi è il cosidetto realismo, vi è l'alone, tutto ciò che dalla (eventuale) realtà deriva. Quanto più egli è preciso nei riferimenti storici e quanto più si incunea negli anfratti, anche i più torbidi, della realtà, tanto meno se ne ha un senso di verità e, al contrario, uno di leggenda. Come nel caso di "Via delle Oche", un romanzo del 1996 che ha ora riscritto per la scena, nella fattispecie per il Teatro delle Moline (di Bologna) di Luigi Gozzi e Marinella Manicardi. Come romanzo giallo, in senso tecnico, mi sembra che "Via delle oche" sia quasi ingenuo. Appena viene nominato l'onorevole Orlandelli, defunto proprio in quei giorni, alla vigilia delle elezioni del 1948 e appena prima dell'indagine per l'apparente suicidio di Ermes Ricciotti, noi già intuiamo che la chiave del mistero è nella morte naturale e non in quella volontaria o pseudo-volontaria. Ermes Ricciotti era serafino in un bordello di quinta categoria. E' lì che si è consumato il delitto. Ed è lì che il commissario De Luca si ostina ad indagare, ossessivamente interrogando le due uniche presenze femminili, la tenutaria Tripolina e la giovanissima Lisetta. Quasi per intero, lo spettacolo si svolge nello spaccato del bordello, distribuito su due piani e cinque ambienti. Il commissario De Luca, che è un monologante e solitario Andrea Caimmi, si muove anche in un suo ambiente (un letto e una sedia). Ma chi tiene veramente banco, sul piano spettacolare e cioè sul piano della restituzione dell'atmosfera di cui dicevo, sono le due straordinarie presenze femminili. In verità, Marinella Manicardi non è una sorpresa. Era qualche tempo che non avevo occasione di vederla recitare e, se possibile, mi è sembrata più concentrata e intensa di prima. Mirella Mastronardi forse ha i pochi anni del suo personaggio: a tanto maggior ragione è stupefacente cogliere in lei i segni di una libertà espressiva che con ogni probabilità oltrepassa le indicazioni della calibratissima regia di Luigi Gozzi.




Via delle oche
il CD ROM
La pagina iniziale dell'ipertesto di Via delle Oche é un foglio di taccuino bianco su cui sono state annotate in ordine casuale 13 frasi.
Sono i titoli delle 13 sequenze che ricostruiscono l'indagine condotta nel bordello di via delle Oche dal commissario De Luca, il personaggio inventato da Carlo Lucarelli.
Scorrendo con il mouse e cliccando si potrà scoprire il loro ordine giusto e intanto navigare nell'ipertesto che contiene: 20 minuti di video dello spettacolo messo in scena al Teatro delle Moline, pagine di copione con la voce degli attori, schizzi preparatori della scenografia e problemi tecnici della sua realizzazione, conversazioni tra Gozzi e Lucarelli (regista e autore) sulla preparazione del copione.
E ancora: il vocabolario dei bordelli, i manifesti del Fronte Popolare e della Democrazia Cristiana per le elezioni del 18 aprile '48, data in cui si svolge l'indagine di De Luca, ma anche diari di lavoro degli attori, canzoni d'epoca, schema drammaturgico di partenza, foto dei politici citati, riproduzioni autentiche dei documenti della Questura per schedare Tripolina e Lisetta, le due prostitute coinvolte negli omicidi di Via delle Oche.
l'ipertesto di Via delle Oche non è dunque la riproduzione in CD rom dello spettacolo teatrale, quanto una memoria del lavoro di preparazione che lo ha preceduto. Lo abbiamo progettato come strumento didattico per spettatori curiosi, insegnanti, addetti ai lavori nella consapevolezza che nulla può ridare l'emozione di uno spettacolo in teatro ma che ogni sua memoria sia preziosa.

Con il contributo di Bologna 2000 città europea della cultura
Diploma d'onore al Moebius 2000 di Lugano
Presentato al Riccione TTVV 2000
per comprare il CD contattate direttamente il Teatro delle Moline
info@teatrodellemoline.it
in libreria abbinato al testo dello spettacolo, verso febbraio 2004 (casa editrice CLUEB).



La stampa
Teatro e Teatro
Via delle Oche, sintetico giallo che Carlo Lucarelli ha ricavato da un proprio romanzo. Siamo nel '48, durante il chiasso e le tensioni delle prime elezioni politiche dell'Italia repubblicana, e solo un caparbio poliziotto già compromesso con Salò insiste per veder chiaro nell'apparente suicidio di un giovane tuttofare impiegato in un bordello bolognese di infima categoria. I numerosi personaggi del romanzo diventano qui interlocutori invisibili del poliziotto, che contemporaneamente racconta e monologa, ma fanno eccezione due donne, la proprietaria del bordello che ha interesse a sabotare l'indagine, e una giovanissima ospite del medesimo, destinata a fare una brutta fine. Con qualche ovvietà (la soluzione non arriva davvero come una sorpresa)), il cupo racconto che dura 90' si avvale di una vivida atmosfera d'epoca, e in ogni caso l'allestimento diretto da Luigi Gozzi dentro una scenografia tipo scatola verticale con scomparti è molto efficace e consente ai tre, Marinella Manicardi, Mirella Mastronardi e Andrea Caimmi, di fare un'ottima figura. Repliche concluse a Roma, ma girerà.

il manifesto
Quel pasticciaccio brutto di "Via delle Oche"
Metti un poveraccio trovato morto impiccato in un bordello di infima categoria, a due giorni dalle elezioni del '48, quelle della vittoria democristiana, quelle che segnarono un solco nel destino del paese. Metti che quel morto, velocemente liquidato dal medico legale, sia invece stato ammazzato. A chi può far paura un cadavere in un momento come questo, si chiede il poliziotto De Luca mentre si sistema sulla brandina dove dorme, in questura. Un cadavere non politico, cioè. Un ragazzone che faceva il factitum nello squallido bordello di via delle Oche. Da questo spunto noir parte la vicenda raccontata da Carlo Lucarelli e riscritta oggi per la scena sulla traccia dello schema drammaturgico predisposto da Luigi Gozzi che è anche regista dello spettacolo in scena al teatro delle Moline. "Via delle Oche", appunto. Il povero bordello è infatti il cuore del dramma, oltre che presenza scenica sempre incombente. Una parete di fondo dove si aprono piccoli vani su due piani, come in uno spaccato. Dove sono rimaste solo due donne, la tenutaria in cerca di promozione sociale e una prostituta bambina. Le altre tutte via, in fretta, dopo il fattaccio. Dovrebbe lasciar perdere il commissario De Luca, comandato alla Buoncostume per far dimenticare un passato compromesso. Non c'è nienten da indagare, gli fanno capire. Lui invece non riesce a lasciar perdere, malato di una sorta di curiosità intellettuale piuttosto che di bisogno di giustizia. Parente un po' del commissario Ingravallo del Pasticciaccio o di certi personaggi di Durenmatt. Continua a girare intorno alle due donne che girano per la casa vuota in sottoveste, ormai diffidenti l'una dell'altra. La signora, Marinella Manicardi, dura ma non arida nel suo bisogno di tirar fuori la testa dalla melma. E la ragazza con le trecce da bambina e il corpo già grande, che è proprio bellina e forse diventerà anche brava. Si offre all'uomo, Andrea Caimmi, ma sarà l'altra ad averlo. Veleno, una rosa scarlatta sul seno, canta una canzone. E intanto si dilata l'ambiente sonoro. Le voci sono di De Gasperi e Togliatti. I suoni delle manifestazioni di piazza. Il sindaco Dozza e i comitati civici. Le cariche dei celerini di Scelba. Il grande partito comunista. Vota per il tuo paese. Quasi una lezione di storia a uso dei più giovani. Lì è lo scontro, la superficie d'attrito fra la storia più grande e quella minuta. E' tardi per la verità quando l'ispettore riuscirà a ricostruire la vicenda, un tentato ricatto andato a vuoto, un onorevole casa-e-chiesa fotografato a letto con una minorenne e lì morto. Anche il fotografo e la ragazzina sono morti. Le elezioni hanno dato uno splendido risultato, la maggioranza assoluta. Vi ricordate quel diciotto aprile?, si canterà per molti anni. Oggi non più, pare.



Cesare Sughi intervista Carlo Lucarelli:

BOLOGNA - C'è del giallo in città. Ma per trovarlo, questa volta bisogna risalire indietro di mezzo secolo, fino al '48, anno cruciale della nostra storia. E aggirarsi per luoghi e strade divenuti ormai luoghi della memoria. Come Via delle Oche, allora strada per eccellenza delle case chiuse, che dà il titolo a uno dei romanzi di Carlo Lucarelli, il nostro più affermato scrittore dei brivido (di lui uscirà tra poco, da Einaudi, un atteso giallo "fantastico", L'isola). E che da stasera torna protagonista nell'omonimo adattamento teatrale del libro - firmato dallo stesso autore emiliano, che ambienta le sue storie a Bologna - al Teatro delle Moline, per la regia di Luigi Gozzi (ore 21,15).
Come è nata l'idea di questo spettacolo?
Può sembrare strano che, per la messa in scena di un testo fortemente realistico io abbia lavorato con un regista come Gozzi, da sempre uno sperimentale. La pièce rientra nel progetto "Tre" in cui è impegnato Gozzi col suo Teatro Nuova Edizione. Tre personaggi in scena, e analoga articolazione degli spazi. La sfida è stata quella di riuscire a ridurre nello schema i luoghi e le figure dei libro.
E in che modo ci è riuscito?
Sulla scena ci sono un uomo e due donne che raccontano. La Tripolina, tenuta del bordello di Via delle Oche 18 dove è avvenuta una morte misteriosa, La Lisetta, ferrarese, che lavora nella casa, e il vicecommissario De Luca, lo stesso di Carta bianca e L'estate torbida, che indaga sul caso. I tre narrano ciascuno la propria storia, ma anche brani della grande storia, i suoni, le voci gli umori di Bologna colta alla vigilia delle elezioni dei '48, che avrebbe ro segnato la sconfitta dei "rossi" e la vittoria dei democristiani.
Ma il romanzo giallo, secondo alcuni, mal si concilia con i temi sociali e politici...
Non credo proprio. Gli autori della cosiddetta Scuola di Bologna, Macchiavelli in testa, stanno qui a dimostrare il contrario. Quando ci si occupa di fattacci, è inevitabile incrociare le trame della politica. Perché, nel '39, il Mincul-pop proibì i gialli? Per evitare che si scrutasse nella metà oscura della realtà, della società. Che è proprio lo scopo del giallista.
Bologna è davvero una città ideale per le storie da brivido?
Rispondo anticipando che, nello spettacolo, ho aggiunto alcuni brani in cui ciascuno dei tre personaggi spiega come vede e sente Bologna, nei tre mesi della vicenda, tra le elezioni, l'attentato a Togliatti e Bartali maglia gialla. Badiamo che nessuno di loro è bolognese. Ebbene, la Tripolina dice che Bologna è una città in cui ci si nasconde, la Lisetta che ci si finisce, De Luca, un "immigrato", che li' c'è qualcosa da scoprire. Insomma, un tessuto di contraddizioni, di contrasti, di misteri, sotto l'apparenza paciosa. Ecco la metà oscura in cui scavare. Meglio il Lucarelli giallo o (quello noir, calato tra i delitti seriali di "Almost Blue"?
Sono modi di raccontare storie diverse. Iì giallo classico, non contaminato, non può più esistere.
Che cosa pensa della violenza, e della paura, che stanno dilagando in Italia?
La repressione improvvisata non serve. I famosi 9 morti in 9 giorni a Milano sono solo la punta estrema della crisi delle città, il cui tessuto si sia gravemente sfilacciando e decomponendo da anni. Per conoscere questa Milano bastava leggere, già molti anni fa, i gialli di Scerbanenco e Olivieri.
Il giallista sarebbe anche un po' profeta?
Il giallista ha il compito di descrivere uno scenario possibile. E la sua aspirazione, oltre che essere letto, è quella di venir preso sul serio.
E qual è la parte più seria di "Via delle Oche"?
Mostrare, in un'atmosfera di suspense ma anche di ironia, che De Luca, La Tripolina e La Lisetta si trovano tutti e tre drammaticamente di fronte a un compromesso, qualunque scelta faranno si rivelerà comunque sbagliata. Nel '48, del resto, cominciò l'epoca del compromesso, con tutte le sue delusioni, e i suoi misfatti torbidi. Come l'affare Montesi, un altro fattaccio di sangue e politica, che ho intenzione di raccontare.



A dare voce e volto a quella Bologna oscura e marginale saranno, sul palco, Marinella Manicardi (La Tripolina), Mirella Mastronardi (la Lisetta) e Andrea Caimmi come De Luca. E anche le musiche, come quelle che forse filtravano gaie e desolate dalle finestrucole e dalle porte equivoche di Via delle Oche.



(visita il sito)
Analisi dell’opera teatrale
VIA DELLE OCHE” di Carlo Lucarelli
a cura di Dario Venturi
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