"Navi a perdere" (Verdenero, Edizioni Ambiente, 2008)
pag 136 - ISBN 978-88-89014-84-4)
«In fondo al mare le balene cantano. Lo fanno
anche le navi? Sembrano immobili sul
fondo,
immobili e mute, ma non è vero, perché
ormai
lo sappiamo che non c’è mai niente
di fermo,
nel mare, neanche un relitto di ferro
arrugginito,
incrostato di alghe e di sale, appoggiato
a un fondo di sabbia e di roccia da
anni
e anni e anni.»
Ci sono navi che affondano, purtroppo capita.
E spesso non si riesce più a trovarle, colpa
degli abissi marini.
Poi ci sono navi che sono lì lì per affondare
e invece, dopo che l’equipaggio le abbandona,
ricominciano a muoversi e si spiaggiano da
qualche parte. Succede, ad esempio alla Rosso,
dicembre 1990.
Eppure ci deve essere qualcosa di strano
in alcune di queste navi fantasma. Perché
altrimenti entrerebbero in azione Capitanerie
di Porto, Procure, Commissioni parlamentari,
Nuclei speciali dei Carabinieri? Saranno
le modalità del naufragio a non convincerli?
O le rotte? O i marinai che scompaiono? O
forse saranno i documenti di carico, così
poco chiari?
Tra i più attivi, alla ricerca della verità,
c’è il comandante Natale De Grazia, pool
investigativo della Procura di Reggio Calabria.
Ma muore improvvisamente...
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