"Giallo Wave" Aurora La Biblioteca di Riccardo - Fondazione Arezzo Wave Italia 2003
a cura di Federico Batini
special thanks: Massimo Carlotto, Giampiero Rigosi, Carlo Lucarelli
contiene un inedito di Massimo Carlotto
postfazione di Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi



"Diceva Giorgio Scerbanenco che per scrivere non c'è bisogno di ispirazione, basta averne voglia. E' un po' come stirare diceva, se ne hai voglia lo fai bene, se no lo fai male, l'ispirazione non c'entra niente. E' un concetto che vede lo scrittore - che sia un noto professionista o un aspirante non importa, la persona che si mette lì e comincia a scrivere - come una specie di parafulmine che cammina nel mondo, un'antenna semovente che attrae vibrazioni magnetiche, stimoli, impulsi e li traduce in storie che finiscono sulla carta. Un'antenna che funziona sempre, che è sempre accesa, anche quando lo scrittore mangia, fa un altro lavoro, parla con gente diversa, perfino quando dorme e sogna. Si tratta solo di metterle da qualche parte, tutte queste vibrazioni, incamerarle in una specie di trasformatore nel cuore o nel cervello, a seconda dei gusti, e lasciarle crescere. In questo senso, l'ispirazione non c'entra davvero niente, se non come predisposizione. Basta che lo scrittore sia nella condizione giusta per scrivere e le parole semplicemente vengono fuori, perché in sostanza, da qualche parte già c'erano.
Va bene, però capita e sarà capitato a chiunque scriva, prima o poi, che la condizione ci sia. Eppure non succede niente. Bel pomeriggio di primavera, per esempio, o notte estiva, o bianca mattina invernale. Brezza che entra dalla finestra, se è primavera, risma di carta immacolata e matita appuntita, come diceva Nabokov ne 'I bastardi', o computer carico e luminoso, come per quasi tutti noi, notte sospirante o alba silenziosa, insomma sei lì, pronto e ben disposto, e lì resti tutto il tempo, senza scrivere niente, se non qualche riga che cancelli, che abbozzi, che scolpisci e di nuovo cancelli, anche senza mai arrivare all'ossessívo e ripetuto 'il mattino ha l'oro in bocca" dello Stephen King di "Shining".
E allora? E' l'ispirazione che manca? No, direbbe Scerbanenco, è la storia che non è pronta, la trama, l'ossatura narrativa o semplicemente l'idea, il concetto base attorno al quale si organizzano le parole per non rimanere soltanto, quella parola, ma diventare letteratura, bella o brutta che sia. A volte succede che nonostante tutto questo, nonostante predisposizione e voglia di scrivere, nonostante idee quasi pronte, non avvenga niente lo stesso. Perché? Perché a volte si ha in testa un'idea della quale non ci si è ancora accorti, per distrazione o anche solamente per pigrizia.
E' per questo che tanti racconti, tanti bei racconti, come quelli presenti in questa raccolta, nascono su commissione.
L'espressione è infelice, fa venire in mente qualcosa di mercenario e quasi moralmente illecito, come un assassinio su commissione, e non basta richiamare alla mente i grandi artisti del Rinascimento, l'espressione resta antipatica. Diciamo su stimolo, allora. Tipo questo, un incipit da continuare, non importa come, e vediamo dove si va a finire. In questo senso la commissione, il paletto, la boa che dobbiamo necessariamente aggirare in questa navigazione in un mare di parole che si increspano e si sollevano come onde, diventa la scintilla che mancava per dare fuoco ad una catasta di legna già impilata e secca al punto giusto. La punta del parafulmine che fa scoccare la carica creativa, che obbliga il cervello a sfondare una porta che faceva resistenza, o a girare un angolo appena fuori vista e a scoprire qualcosa di nuovo che da qualche parte, anche prima di essere visto, già esisteva. Aveva solo bisogno di una forma, di un corpo nel quale incarnarsi, come una possessione diabolica. E' per questo che nella commissione diventano d'aiuto anche le limitazioni, il numero delle pagine, perfino quello delle battute, come succede, soprattutto, nei concorsi.
Le antologie e le raccolte di racconti sono tutte così. C'è una miccia, un filo a cui annodare l'aquilone di un'idea e vedere se si alza, una commissione che le fa nascere, bella o brutta, stimolante o limitante, arbitraria o sensata che sia.
Un incipit da raccogliere, come nel caso di questa antologia, è un bello stimolo. Ce ne possono essere tanti di motivi per mettere assieme una raccolta, un tema, una riflessione, un'occasione... un incipit proposto ha qualcosa di diverso e qualcosa di più. Diventa un incontro tra due autori, uno che stimola, e l'altro che sviluppa, prende la suggestione - non il suggerimento, è un'altra cosa - la fa sua, completamente sua e la porta fino in fondo, fondendola con quello che aveva già in testa (o nel cuore).
C'è un'altra considerazione da fare riguardo ai racconti che finiscono in una raccolta come questa. Che sono frutto di una selezione, naturalmente, ma che proprio per questo offrono una testimonianza, uno spaccato, un saggio. Mettono insieme quello che sta succedendo, dal punto di vista letterario, in un certo luogo, in un certo momento e in un certo settore.
Non è facile, e proprio per questo, quando funziona, è molto bello.
Qui ha funzionato."
Carlo Lucarelli
Giampiero Rigosi