"Il Commissario De Luca" regia di Antonio Frazzi
Indagine non autorizzata, Carta bianca, L'estate torbida, Via delle Oche, Indagine non autorizzata
tratti dai romanzi di Carlo Lucarelli

Il Commissario De Luca è interpretato da Alessandro Preziosi. Altri interpreti sono: Corrado Fortuna, Rolando Ravello, Stefano Pesce, Raffaella Rea, Ana Caterina Morariu, Kasia Smutniak, Nadja Bobyleva

De Luca è un poliziotto scomodo, antieroe per eccellenza. Le storie del commissario sono ambientate in un periodo che va dal 1938 al 1948, dal fascismo agli albori della Repubblica. E se il commissario deve prima vedersela con le camicie nere, poi dovrà fare i conti con la nuova classe politica democristiana.
De Luca si trova invischiato nel difficile passaggio dal regime alla lotta partigiana. Eroe per caso, antieroe per vocazione: troppo bravo e troppo "pulito" per non diventare molto scomodo, non solo durante il fascismo, ma anche dopo.

Il personaggio di Carlo Lucarelli si muove durante la repubblica di Salò e la sua caduta. Pprotagonista di tre romanzi pubblicati dalla Sellerio (Carta Bianca, L'estate torbida e Via delle Oche) viene mandato in onda su Rai Uno a partire dal 27 aprile 2008 (segue il secondo episodio il 28 aprile, il terzo il 4 maggio e il quarto e ultimo l'11 maggio). Si tratta di 4 film TV che oltre a riprendere le tre avventure di De Luca letterario lo vedono in un quarto episodio tratto dal romanzo Indagine non autorizzata (Premio Alberto Tedeschi 1993, pubblicato inizialmente dal Giallo Mondadori e poi ristampato da Hobby & Work). In questo quarto episodio De Luca sostituisce il protagonista originale, l'ispettore Marino, che svolgeva le proprie funzioni durante il fascismo.




I quattro film TV sono prodotti da Raifiction con Grazia Volpi della Ager 3.

Regia Antonio Frazzi
Sceneggiature tratte dai romanzi di Carlo Lucarelli con la collaborazione di Andrea e Antonio Frazzi
"Indagine non autorizzata" Francesco Bruni, Carlo Lucarelli, Maura Nuccetelli, Laura Paolucci
"Carta bianca" Francesco Bruni, Marianna Cappi, Leonardo Marini con la supervisione di Carlo Lucarelli
"Estate torbida" Francesco Bruni, Francesco Cenni, Michele Pellegrini, Luca Persiani con la supervisione di Carlo Lucarelli
"Via delle oche" Francesco Bruni, Angelo Carbone, Roan A. Johnson con la supervisione di Carlo Lucarelli
Fonico di presa diretta Fabio Melorio
Costumi Mariolina Bono
Scenografia Maurizia Narducci
Fotografia Paolo Carnera, Ivan Casalgrandi
Montaggio Luca Montanari
Musica Andrea Guerra
Edizioni musicali Rai Trade
Organizzatore generale Massimo Iacobis
Editor AGER 3 Berto Pelosso
Produttore esecutivo Raffaele Manzollino
Produttore Rai Cecilia Cope, Erica Pellegrini
Prodotto da Grazia Volpi

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http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/page/Page-2061c119-c173-4847-bad0-f0dab16e3831.html

Intervento del regista Antonio Frazzi dal sito della Rai Fiction


Quattro film, quattro storie, quattro periodi della nostra storia. Unico legame il protagonista: Achille De Luca. Commissario della Polizia Fascista nel primo episodio, commissario della Repubblica Italiana nell'ultimo.
Compromesso sì con il regime, ma senza colpe né responsabilità particolari, se non quella di essere sempre molto scomodo al potere. Scomodo durante il fascismo, scomodo dopo.

In tutti e quattro gli episodi i cambiamenti storici si intrecciano continuamente con lo svolgersi delle vicende legate ai vari omicidi. Le epoche di transizione si prestano molto bene a tutto questo. Le quattro storie, pur ambientate in quattro differenti ambiti politici (regime fascista, repubblica di Salò, periodo immediatamente successivo alla Liberazione, nascita della Repubblica e avvento del centrismo democristiano) hanno uno sfondo torbido e adatto all'intrigo. C'è sempre un intervento del potere politico ad orientare il corso della giustizia. E il commissario De Luca è troppo bravo per non diventare spesso molto scomodo.

De Luca è il rappresentante di chi crede ancora nella possibilità di essere onesti e coerenti, in una società che, pur nel mutamento, sembra sempre e comunque favorire (o quantomeno non ostacolare) i furbi, i disonesti, i criminali, gli intrallazzatori. Naturalmente, è un amante appassionato della logica e della verità, un attento osservatore della realtà in cui vive. De Luca è un tipico italiano dei suoi tempi (e forse anche dei nostri), uno che "non si interessa alla politica" e che pensa a fare soltanto la sua vita e il suo lavoro. Le questioni ideologiche gli sembrano lontane.

De Luca non è fascista né antifascista nel 38, come non è comunista né il suo contrario nel 48. È semplicemente se stesso. Ciò che per lui è importante sopra ogni cosa è la coerenza nel proprio lavoro. E attraverso questa, scoprire il colpevole e assicurarlo alla Giustizia. Anche se non sempre, questo gli riesce.

È stato scritto che con queste storie si apre un nuovo modello di poliziesco all'italiana, molto più attento che in passato alla realtà politica della recente storia nazionale. Questa attenzione e nuova sensibilità non si esprime in termini formali e di cornice, ma in termini sostanziali, non solo tenendo conto di una particolare ambientazione, ma facendo di questa il perno stesso della costruzione narrativa, mettendo a nudo lo scontro tra individuo ed evento globale, tra normalità quotidiana e situazione eccezionale e soprattutto svolgendo, con gli strumenti canonici del poliziesco, un rilievo realistico e non scontato su questioni storiche ancora aperte e irrisolte.

Il romanzo poliziesco ha in sé una struttura narrativa che permette di indagare il lato oscuro dell'essere umano: come e perché qualcuno ha pensato di commettere un omicidio. Il delitto ci tocca profondamente perché mette in discussione le nostre sicurezze e alimenta le nostre paure. Inoltre, se prendiamo un omicidio e lo collochiamo in un tempo che non è il nostro, già questo lo colloca in una sfera di eccezionalità. Perché è come se ponessimo un ulteriore diaframma tra i personaggi e lo spettatore. È per superare questo diaframma che in una ricostruzione storica occorre un'attenzione particolare, direi maniacale, ai dettagli. Un'attenzione che permetta di risucchiare lo spettatore in quel periodo storico ad un punto tale da farglielo dimenticare... per andare oltre... fino ad immedesimarsi e scordarsi che i personaggi vivono in un periodo diverso dal suo. Insomma, far sì che le loro azioni, i loro sentimenti, appaiano naturali e credibili nonostante la distanza storica che ci separa.

- Prendere lo spettatore, trasportarlo in un epoca diversa dalla sua e farlo immedesimare nelle vicende narrate fino a scordarsi di assistere ad una storia accaduta nel passato.
- Far sì che il suo sguardo collimi il più possibile con lo sguardo del protagonista. Questi sono stati gli obiettivi che abbiamo tenuto sempre presenti durante tutta la lavorazione.

Il lavoro sulle atmosfere, sui percorsi emotivi dei personaggi, sulle tensioni drammatiche è stata materia di una cura e un'attenzione quotidiana nel lavoro con gli attori, giorno dopo giorno, sequenza dopo sequenza, ciak dopo ciak. Con una difficoltà in più. I quattro film non sono stati girati in sequenza, ma per giuste esigenze produttive, mescolati l'uno con l'altro. È per questo che mi sento di esternare un grazie particolare a tutti quelli che hanno lavorato alla realizzazione di questa opera.

Antonio Frazzi