"Coliandro" Lit. 18000 (Granata Press 1994) testi
di Lucarelli disegni di Onofrio Catacchio
ristampato da Bande Dessinée nel 2003 http://www.edizionibd.it/noir.htm
e Cosmo editoriale
Già protagonista di due romanzi, Coliandro
ritorna nella insolita dimensione di eroi
di fumetti.
Pubblicate sulla rivista "Nova Express",
le cinque storie che compongono questo libro
offrono (oltre che una solida e tangibile
"faccia" al personaggio di Lucarelli)
inediti spaccati sulla vita quotidiana del
"Callaghan della pianura padana".
I disegni di Onofrio Catacchio offrono una
chiave interpretativa di indubbia curiosità
sull'universo del personaggio di Lucarelli
e presuppongono un interesse del fumetto
verso Coliandro che questo libro è ben lontano
dall'esaudire...
DUE INCONTRI RAVVICINATI CON IL SOVRINTENDENTE
COLIANDRO
di Carlo Lucarelli
1. Il cattivo sovrintendente
Se al sovrintendente Coliandro dicessero
che è un personaggio multimediale, lui appoggerebbe
le mani sui fianchi per aprire la giacca
e far vedere il calcio della pistola, sporgerebbe
in avanti la mascella e ringhierebbe: "Cazzo
fai, prendi per il culo?" Reazione comprensibile,
perché multimediale, in effetti, è una parola
strana per tanti, me compreso. E se gli spiegassero
che è così perché dopo aver fatto una breve
apparizione in una commedia ed essere stato
protagonista di un racconto e due romanzi,
è finito anche nei fumetti, allora corrugherebbe
la fronte, un po' perplesso, perché per lui
i fumetti sono soltanto i pornazzi che fregava
dall'armadietto di Nencioni, quando faceva
il militare a Ventimiglia. Se invece gli
raccontassero come è nata l'idea di trasporte
le sue avventure sulle pagine di Nova Express
(Bernardi: "Cosa ne dici di farne dei
soggetti per fumetti? C'è Catacchio che è
particolarmente interessato a queste figure
di poliziotti fetenti"), allora si incazzerebbe
come una bestia. In realtà, il sovrintendente
Coliandro, della questura di Bologna, non
è poi così fetente, o almeno, non solo. Intanto
è un personaggio contraddittorio, come tutti
i poliziotti dei gialli o della realtà, che
se da una parte sono quelli che arrestano
il colpevole, dall'altra sono anche quelli
che fanno volare gli anarchici dalle questure...
e come la polizia stessa, che è il braccio
armato dello stato repressore ma anche uno
dei primi settori dello stato a sindacalizzarsi
e a scendere in sciopero e a ispirare l'unica
riforma della repubblica di cui non si lamentino
gli effetti negativi. E un personaggio contraddittorio
come potrebbe esserlo l'ispettore Callaghan
se lavorasse a Bologna e non nei film di
Hollywood, per cui Clint Eastwood - a parte
problemi di Nuovo Codice, mezzi che mancano,
carenze amministrative e collusioni mafiose
che fermerebbero la sceneggiatura non oltre
pagina 2 - tradotto in italiano suonerebbe
un po' razzista, un po' maschilista, un po'
fascista e un po' stronzo. Perché soltanto
un po'? Perché il sovrintendente Coliandro,
suo malgrado, è un personaggio ironico, che
vuole mettere in luce problemi e caratteristiche
di una realtà concreta esasperandola ma non
poi tanto, dato che quasi tutto quello che
Coliandro fa, dice, sbaglia e azzecca, è
stato fatto, detto, sbagliato e azzeccato
anche da poliziotti veri, così come ogni
storia prende spunto da storie di cronaca
realmente accadute. Una caricatura in nero
di una città, di un mestiere e di una realtà
che cerca di stare in equilibrio tra ironia
e realismo e che trova sicuramente nel fumetto
uno dei media più efficaci. E qui, Coliandro
alzerebbe un sopracciglio, stringendo le
mascelle. "Che cazzo è 'sto media? Mi
sa che davvero mi prendi per il culo... dài
dài, bello... fammi un po' vedere i documenti..."
(dalla prefazione al volume a fumetti Coliandro,
di Carlo Lucarelli e Onofrio Catacchio, 1994)
2. Intervista a Coliandro
Dopo un'estenuante trafila di appuntamenti
mancati e corrispondenti stranieri da scavalcare,
Carlo Lucarelli è riuscito a incontrare il
superpoliziotto che le cronache hanno già
ribattezzato "il Callaghan della pianura
padana". Arriva con un quarto d'ora
di ritardo, entra di corsa nel bar e lo vedo
che chiede a tre persone prima di notarmi
e avvicinarsi a me.
'Lei è il giornalista che mi ha telefonato,
vero?" mi dice. "Lo avevo capito
subito, alla prima occhiata" e si tocca
l'angolo dei sopracciglio, annuendo deciso.
Si siede, ordina una grappa, fa per togliersi
la giacca, ma si ricorda della pistola che
ha sotto l'ascella e se la rimette. Quando
arriva la grappa ne approfitto per rompere
il ghiaccio e iniziare l'intervista.
Nei film dicono sempre che non si beve in
servizio ...
Ah già ... va be'. io ho appena finito di
mangiare e poi, la realtà è diversa da quella
dei film. La vita vera di un poliziotto è
tutta un'altra cosa.
Perché, non le fate anche voi le cose che
si vedono in televisione? Non so, come il
sergente Hunter, l'ispettore Callaghan ...
Magari! Io li ho visti tutti i film dell'ispettore
Callaghan, bestiale, ma in Italia non si
può ... dai uno schiaffone a un marocchino
o un calcio nel culo a un tossico e finisci
sul giornale, perché voi giornalisti siete
davvero stro ... cioè, ve ne approfittate
pur di fare notizia. Perché non parlate del
Nuovo Codice che ci lega le mani? Lo sa cosa
è successo a me, all'inizio dell'anno?
Cosa è successo?
Senta un po', allora, becco questo tizio
che si sta facendo un'autoradio ... ha sfondato
il finestrino di una Golf con una candela
da motore e sta dentro nella macchina per
metà. Io gli tiro un calcio nel sedere che
gli faccio battere la testa contro il telaio
del tetto ...
Ma non ha detto che non si può ...
Va be'... a volte si fa lo steso. Comunque,
lo arresto, perché più flagranza di così,
cazzo... e lo mando dal Pretore, processo
per direttissima eccetera eccetera. Sono
le undici di mattina. Alle tre del pomeriggio
vedo uno sfigato che gira l'angolo con un
fagotto sotto braccio, lo fermo e chi è?
Il mio tossico, già, che si è fatto un impermeabile
e una macchina da scrivere dalla sala d'aspetto
di un ufficio. Di nuovo dal Pretore, denuncia
a piede libero, e ci crede? Faccio anche
il turno di notte per sostituire un collega
all'Uct, tanto io non riesco mai a dormire,
e chi ti becco alla stazione a segare la
catena di un motorino?
Il tossico, che ha bisogno dei soldi della
dose e finché non li trova continua a provarci.
Esatto. Minchia, mi sono detto, ma io allora
che ci sto a fare in giro?
Lei dove lavora esattamente?
Adesso ai passaporti. Prima stavo al Controllo
del Territorio, sulle volanti, poi ho fatto
un marone ...
cioè?
Glielo dico ma non lo scriva. Ho femwto un
marocchino per controllargli i documenti
e siccome era uno stronzo e io ero nervoso,
l'ho crocchiato un po' ...
Non si dovrebbe fare neanche questo ...
Va be, dipende ... questo prendeva per il
culo. Il problema è che non era un marocchino
ma un carabiniere di Catanzaro.
Allora esiste la rivalità tra carabinieri
e polizia ...
Sì, esiste .. ma Per colpa loro. Li trattano
sempre meglio di noi, i cugini, ma se andassimo
a guardare quello che c'è sotto, le cose
che si lavano in famiglia ... e poi, scusi,
io dico questo: se finiscono sempre nelle
barzellette, ci sarà un motivo, no?
Però sono stati i carabinieri del Ros a prendere
Totò Riina ...
Che c'entra ... i superlatitanti sono divisi
in parti uguali, certi li dobbiamo prendere
noi e certi toccano ai cugini ... vedrà che
il prossimo lo prende la polizia.
Come si incastra un sospetto? Come nei film?
Appostamenti, controlli, pedinamenti ...
Sì, certo ... quando c'è abbastanza personale
per farlo, è ovvio.
Microspie, intercettazioni telefoniche ...
Per quelli ci vuole il permesso del magistrato.
Anche se a volte ...
A volte?
A volte succede anche lì qualche marone.
Se non lo scrive glielo racconto ... capita
che dobbiamo mettere sotto controllo un pregiudicato.
Allora per un mese disturbiamo tutti i telefoni
del palazzo in cui sta, perché non sospetti
niente e poi ci mandiamo due dei nostri travestiti
da tecnici della Sip a mettere un microfono
nel telefono. Be', dopo neanche una settimana
arriva un controllo della polizia postale
...
Esiste anche la polizia postale?
Sì, non lo sapevo neanch'io ma esiste ...
be, dicevo, amva la polizia postale perché
la Sip aveva segnalato dei disturbi strani
nel telefono del tipo e pensavano che avesse
messo qualcosa per fregare sulla bolletta.
La postale controlla il telefono, scopre
i microfoni e manda a puttane un'operazione
di due mesi, merda.
In effetti, questo nei gialli non succede
...
Lasci stare i gialli, che sono tutte cazzate.
La vita vera di un poliziotto è diversa da
quella dei gialli. Lì ci sono gli omicidi,
noi invece abbiamo anche i tossici, i marocchini,
i furti in casa, la gente che spacca le palle
con le denunce, tutti quei cazzi di scartoffie
e di licenze, i passaporti, la stradale ...
Si è mai occupato di un omicidio?
Sì. Sono stato alla Mobile per un po' e ho
seguito le indagini sul caso Marconi, se
lo ricorda, no? Uno dei casi più interessanti
di cui mi sia mai occupato ...
Ma non è un caso insoluto? voglio dire, la
cassazione ha assolto quello che ...
Eeeehhh, la cassazione! E' stato lui, glielo
dico io.
Dicono che in quel caso vi siete fissati
sulla prima ipotesi e avete seguito solo
quella, trascurando le altre.
Be'. senta, non lo scriva questo, ma a volte
si fa proprio così. Sembra tutto talmente
chiaro ...
Mi racconti le indagini. Siete arrivati sul
posto con la Scientifica, che ha raccolto
gli indizi, i bossoli, i mozziconi di sigaretta
da analizzare ... ha preso le impronte ...
Sì, cioè no, cioè qualcuna ... erano arrivate
quattro volanti, tra polizia e carabinieri
e poi quelli del Carlino e insomma, avevano
toccato un po' tutto. Per quella storia del
mozzicone, invece, quella marca strana trovata
nel portacenere, poi è saltata fuori che
era del dottor Marchetto, della Scientifica
... sa, sono rimasti nella stanza per due
ore, lui fuma, la cenere la doveva mettere
da qualche parte, non le sembra? I bossoli,
invece, non li abbiamo trovati più. Devono
averceli i carabinieri ma non ce li vogliono
dare.
E allora, le indagini? Come siete arrivati
a Carboni?
Molte volte non c'è bisogno di tutte quelle
cose, le impronte che non sono mai chiare,
le tracce di sangue ... certi casi sono chiari
fin dall'inizio. In questo c'era un amico
della vittima che ci ha indicato il convivente,
un tipo strano, balordo e tossico, con cui
la ragazza aveva avuto una storia tormentata
Abbiamo preso lui ma abbiamo capito subito
che non c'entrava niente...
Perché?
Perché lo abbiamo picchiato per tre ore e
non ha detto niente ... minchia, questo non
lo scriva, però ... comunque, mentre perquisivamo
casa sua abbiamo visto suo fratello, che
corrispondeva di più alla descrizione di
un testimone e che il giorno dopo il delitto
era stato visto correre in edicola, prendere
il giornale e leggere con esagerato interesse
la notizia dell'omicidio ...
Questo l'ho fatto anch 'io ...
Va be' , ma lui di più. E poi non aveva un
alibi ... il medico legale ha detto che la
ragazza è stata uccisa dalle cinque di pomeriggio
alle undici di sera e lui alle dieci e mezzo
era in zona. Le farei vedere la perizia,
ma l'abbiamo persa ... Comunque si fidi,
è stato lui.
Va bene, mi fido. E come mai ha seguito il
caso per una sola settimana?
Perché .. cioè ... ho fatto un piccolo marone
anche lì. Sono andato in bagno e c'era un
preservativo appena usato che galleggiava
nel cesso, che schifo ... e allora ho tirato
l'acqua. Il dirigente si è incazzato, ha
detto che avevo distrutto un elemento importante
e mi ha cacciato via. Ma non lo scriva questo.
Se lei continua a dirmi di non scrivere niente
con cosa lo faccio, io, l'articolo? Ho l'impressione
che la storia della polizia sia soprattutto
una storia di cose non scritte o da non scriversi
...
Cioè? Non ho capito ... Ha qualcosa da dire
contro la polizia?
Io? Per carità ... io ho il massimo rispetto
per il poliziotto ... è uno dei mestieri
più affascinanti che riesca a immaginare.
E dei più contraddittori. I poliziotti sono
una casta, si coprono a vicenda ...
Senta, un errore può capitare a tutti, no?
Sapesse in che condizioni ci tocca lavorare
... e poi, lasciamo stare ... i panni sporchi
si lavano in famiglia, senza allarmare la
gente ...
Si sposano a vicenda ...
Sulle donne nella polizia avrei da dirle
qualcosa io ... cinque colleghe in maternità,
lo sa cosa vuol dire? Due uffici vuoti per
un anno, altro che balle ...
Fanno un mestiere che se da una parte richiede
perso ne fisicamente, intellettualmente e
moralmente superiori alla media, dall'altra
non offre nessun incentivo per attirarle
... e infatti a volte non le attira.
Bravo ... lo sa quanto prendiamo di stipendio?
E poi ... il poliziotto è il braccio armato
dello stato, il detentore legale della violenza,
il repressore, ma allo stesso tempo la polizia
è stato uno dei primi settori dello stato
a sindacalizzarsi e a scendere in sciopero,
è stata protagonista dell'unica rivolta di
un corpo armato contro il fascismo e ha ispirato
l'unica riforma dello stato di cui non si
lamentino gli effetti negativi. Ripeto, quella
del poliziotto è una delle figure più affascinanti,
contraddittorie, ambigue e ricche che ci
possano essere.
Non riesco a capire se è una critica o un
complimento. Senta, facciamo così .. lasci
perdere e non scriva niente. Ne ho già fatti
troppi di maroni con i giornalisti ...
Le faccio un'ultima domanda ... Lei da piccolo
giocava a guardie e ladri?
Sì, certo ...
E faceva la guardia o il ladro?
La guardia ... cioè, una volta l'ho fatta.
Dopo non mi hanno fatto giocare più.
Perché?
Perché ho sbattuto un mio amico contro un
muro, come nei film, no? Bestiale ... e gli
ho rotto un dito, merda.
E adesso?
Adesso cosa? Adesso sono un poliziotto.
Il sovrintendente guarda l'orologio, tira
fuori il portafoglio per pagare, dico che
pago io e allora lui mi saluta e se ne va
di corsa. Io aspetto un po', giusto qualche
minuto, poi lo vedo che torna, sempre di
corsa. Sul tavolino, dimenticato accanto
al bicchiere di grappa, c'è il suo portafoglio.
(da Nova Express n. 13, giugno 1993)
COLIANDRO
recensione di Ettore Gabrielli
su LO SPAZIO BIANCO
Carlo Lucarelli è uno dei nomi più noti della
narrativa italiana, un autore di livello
internazionale che non ha mai nascosto il
suo debole per i fumetti. Il personaggio
di Coliandro nasce dalla sua penna in una
antologia pubblicata da Granata Press, un
po' emulo ed un po' figlioccio del sergente
Sarti di Loriano Macchiavelli. Coliandro
piace tanto da diventare protagonista di
due romanzi, editi sempre dalla defunta casa
editrice, presso la quale prendono infine
corpo, sulla rimpianta rivista Nova Express,
brevi racconti a fumetti. Adesso questi fumetti
vengono meritatamente recuperati da Edizioni
BD in questo volume, passato forse in sordina
nelle fumetterie meno attente.
Coliandro è un personaggio che più che simpatia
suscita comprensione, compassione ed al contempo
profonda antipatia per l'insieme dei suoi
difetti e dei suoi vizi, che appaiono assai
più caratteristici delle virtù. Un protagonista
eroico ma non quanto vorrebbe, troppo attaccato
alla pelle, troppo timoroso di morire (e
come dargli torto?) per essere un cavaliere
senza macchia e senza paura. Coliandro è
un poliziotto che vive in tempi a noi prossimi,
e riassume su di sé un insieme di umana natura
che lo rende molto realistico e molto naturale.
Irascibile, spesso in maniera ottusa, prepotente,
pronto a scaricare sugli indagati la sua
rabbia repressa, abituato a giudicare il
mondo con i suoi preconcetti, indifferente
ai perché ed ai motivi dei problemi: non
sono fatti suoi, semplicemente. Eppure, rimane
un buon diavolo, fedele ai valori del suo
ruolo, del proprio mestiere, e tanto gli
basta.
Questa serie di brevi episodi a fumetti sono
affidati alla matita di Onofrio Catacchio,
disegnatore di Nathan Never (dove forse il
suo segno forte non trova lo spazio ideale),
di Stella Rossa (Kappa Ed) e prossimamente
di una miniserie per l'Eura su testi di Roberto
Recchioni; il suo stile si adatta bene all'ambientazione
cittadina, così netto e centrato sugli sguardi
e sui volti, segnati e fortemente caratterizzati.
Episodi di quotidiano lavoro per questo strano
(ma non tanto) poliziotto, la cui figura
Lucarelli efficacemente riassume così:
E' un personaggio contraddittorio come potrebbe
essere l'ispettore Callaghan se lavorassi
a Bologna, e non nei film di Hollywood, per
cui Clint Eastwood - a parte problemi di
Nuovo Codice, mezzi che mancano, carenze
amministrative e collusioni mafiose che fermerebbero
la sceneggiatura non oltre pagina 2 - tradotto
in italiano suonerebbe un po' razzista, un
po' maschilista, un po' fascista e un po'
stronzo.
Perché soltanto un po'? Perché il sovrintendente
Coliandro, suo malgrado, è un personaggio
ironico, che vuole mettere in luce problemi
e caratteristiche di una realtà concreta
esasperandola ma non poi tanto [...]
Una caricatura in nero di una città, di un
mestiere e di una realtà che cerca di stare
in equilibrio tra ironia e realismo [...]
Così Lucarelli e Catacchio ci espongono i
successi (poco soddisfacenti) ed i tanti
fallimenti (miseri) di questo piccolo uomo,
con brillantezza, ironia e cattiveria, rendendolo
esponente di un archetipo (basato spesso
su fatti di cronaca vera) di un mestiere
dove convivono molti estremi e molte contraddizioni,
reinterpretato con un ghigno divertito e
scanzonatorio.
Si parla per questo personaggio di una futura
fiction televisiva: la speranza è che non
snaturino quest'uomo comune, negandoci le
sue manchevolezze e la sua bambinesca cattiveria.
(Rimane infine una domanda: ma questo Coliandro,
piacerà anche ai lettori suoi colleghi?)
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