Chi ha ucciso Lucarelli?
Romanzo Totale organizzato da Officine Wort e Carlo Lucarelli.net in collaborazione con Bacchilega Editore
Capitolo 05 di Carlo Lucarelli
Altro che intossicazione letale da cozze.
Dietro la morte dello scrittore di noir c'è
qualcosa di ben più misterioso, lei ne è
sicura. Glielo dice il suo triplice intuito
di donna, investigatrice e giornalista.
Seduta nella sua utilitaria usata la cronista
di Telecentro osserva con attenzione la villetta
del commissario De Luca, le mani contratte
nervosamente sul binocolo. Non può permettersi
una macchina nuova, sta facendo ancora la
gavetta e di soldi se ne vedono pochi, ma
prima o poi farà lo scoop che le cambierà
la vita.
Il binocolo invece glielo ha regalato suo
padre, appassionato cacciatore di cinghiali.
Lei lo tiene nel cruscotto della macchina
per ogni evenienza. Non si sa mai. Lo scoop
può saltar fuori in ogni momento e un binocolo
a portata di mano torna sempre utile.
Ecco, al triplice istinto di base si può
aggiungere anche l'istinto di cacciatrice.
Proprio come suo padre.
Altro che intossicazione letale da cozze.
Lei lo sapeva che c’era sotto dell’altro.
Gioca nervosamente con il laccetto del binocolo.
Se lo gira e rigira tra le dita. Chi vuole
far fessa quel troglodita di un Coliandro?
Come può essere diventato ispettore un essere
così
ignorante? Lei continua a chiamarlo agente
proprio per prenderlo in giro, ma lui è così
scemo da non accorgersene nemmeno. E poi
le sta sempre a guardare il sedere. No di
certo, non si farà prendere per il culo da
uno stupido maschilista come quello.
Lei non le aspetta le notizie, le caccia
come fa suo padre con i cinghiali. E così,
quando ha visto Coliandro venire giù di corsa
dalle scale della questura e saltare su un
taxi, si è messa a caccia anche lei. La cosa
le puzzava di marcio, è saltata sulla sua
macchina e si è messa all’inseguimento. Ma
non del cinghiale. Del pollo, si direbbe.
Visto che Coliandro si è prima beccato una
botta in testa e ora è sotto il tiro di un'arma
da fuoco.
Quando Coliandro era sceso dal taxi alla
fine della corsa lei aveva riconosciuto subito
la villetta di De Luca. Conosce bene la casa
del commissario, ci è stata altre volte per
questioni di lavoro. Ma anche personali,
perché no, tutto sommato De Luca è un bell'uomo.
Non ha certo nulla a che vedere con quell'animale
di Coliandro.
Quando poi ha visto l'ispettore forzare la
serratura del garage ed entrare in casa,
non ha potuto resistere dal chiamare rinforzi.
E chi meglio del suo amico Ricchiuti poteva
intervenire sulla scena? Così gli aveva telefonato
per segnalare un movimento sospetto all'interno
dell'abitazione del commissario. Ricchiuti
le è sempre stato simpatico, con quell'aria
da furetto.
— Ricchiuti?
— Ciao, cara. Cosa mi racconti di bello questa
volta?
— Ho un regalino per te. Fai un salto a casa
di De Luca, troverai una bella sorpresa!
E aveva chiuso la comunicazione. Sapeva che
Ricchiuti sarebbe corso a quel richiamo sibillino.
Perché lei aveva sempre le dritte migliori.
E un ispettore che viola il domicilio di
un commissario è di certo qualcosa che scotta.
Soprattutto poi se l'ispettore è Coliandro
e il commissario è De Luca. Ma c'era sicuramente
dell'altro...
Avrebbe volentieri ascoltato cosa si stavano
dicendo oltre i vetri che la dividevano dallo
studio. Cosa stava succedendo di così misterioso?
Ma non poteva avvicinarsi troppo perché sotto
una finestra c'era già una presenza inopportuna
che sbirciava l'interno. La cosa certa è
che ce n'era abbastanza per uno scoop!
Non mi freghi, Coliandro! Donna, investigatrice
e giornalista. Una tripletta letale per qualsiasi
fottuto maschilista.
Altro che intossicazione letale da cozze!
Gargiulo non ci sta capendo niente, ma del
resto lui ci capisce sempre poco nelle varie
questioni. E' Coliandro la mente, e questo
la dice lunga sulle cazzate che vanno combinando
in giro insieme. Perché l'ispettore Coliandro
— per un momento Gargiulo ha questo pensiero
ma poi lo ricaccia subito indietro come se
avesse bestemmiato — di cazzate ne fa parecchie.
Gargiulo però è più che convinto della sua
strategia: se capisci poco di quello che
succede, è meglio seguire gli ordini di chi
ci capisce un po' più di te. Poco, ma sempre
più di te. Ed è per questo che preferisce
eseguire gli ordini.
Gli fanno male ancora i polsi a Gargiulo.
Per cercare di sfilarsi le manette che gli
ha messo l'ispettore, si è fatto alcuni piccoli
graffi sulla pelle. Ma proprio non ci voleva
rimanere solo di notte nel cimitero. Per
carità! Si ricorda ancora di quella volta
che i compagni di classe ce lo lasciarono
per superare la prova di coraggio delle Giovani
Marmotte. Per fortuna che, come dal nulla,
all'improvviso è comparso il Capo che lo
ha liberato.
— Grazie, Capo. Non so come abbia fatto a
fregarmi l'ispettore, ma...— con un gesto
della mano il Capo ha fatto segno a Gargiulo
di stare zitto.
— Tu almeno fai ancora quello che ti dico,
è per questo che mi rivolgo a te. Fai quello
che ti chiedo, anche se lo fai male o ti
fai fregare. Ma gli altri sembrano impazziti.
Poi lo aveva spedito a casa di De Luca a
recuperare un non meglio definito pacco di
fogli. Ma appena arrivato alla villetta Gargiulo
aveva visto Coliandro scendere dal taxi e
poi le cose si erano svolte così in fretta
e in maniera così complicata che non era
riuscito più a raccapezzarcisi.
Ora Gargiulo è sotto la finestra dello studio
di De Luca e ascolta la strana conversazione
dei due. Ha visto Ricchiuti impossessarsi
delle carte che erano nel cassetto della
scrivania e ora sta osservando il commissario
De Luca che punta un'arma contro il suo amato
ispettore. Vorrebbe aiutare Coliandro ma
in fondo la guerra è guerra. Il Capo è stato
chiaro in proposito, prima di tutto il manoscritto!
Non può assolutamente perdere di vista quel
prezioso materiale. Se dovesse cadere nelle
mani sbagliate, sarebbe un casino. Così gli
ha detto il Capo nel raccomandarsi di recuperare
le bozze ad ogni costo.
Sorride il maresciallo Ricchiuti mentre esce
dall'appartamento del commissario. E' pienamente
soddisfatto. Con un colpo solo ha messo Coliandro
e De Luca l'uno contro l'altro ed è riuscito
a impossessarsi del prezioso documento tanto
ambito dal Capo. Però riesce a malapena a
far tacere quella voce insistente che gli
rimbomba nella testa: I PERSONAGGI NON SOPRAVVIVERANNO
ALL'AUTORE.
La frase che ha letto tra le righe degli
appunti dello scrittore noir gli batte nella
testa come un martello pneumatico. Con le
mani premute sul petto per non far scivolare
i fogli sotto la divisa — sarebbe un peccato
vederli svolazzare per la strada spinti da
colpi di vento — Ricchiuti si dirige deciso
verso la sua automobile. Porterà quelle carte
al Capo, lui ci tiene ad obbedire agli ordini,
ma prima vuole vederci chiaro. Prima deve
trovare un posto tranquillo e sicuro dove
poter leggere quelle carte per poterci capire
qualcosa di quella faccenda. Non fa le cose
senza capire, il maresciallo Ricchiuti, e
poi De Luca, Coliandro, l'ispettore Negro,
gli sembrano tutti una banda di minchioni,
con rispetto parlando.
Grazia si morde l'interno della guancia nervosamente.
E' accorsa sul luogo insieme a De Luca e
all'agente che guidava. Ma è rimasta in auto,
seduta sul sedile di dietro, perché non aveva
nessuna voglia di seguirli. Ma poi si è stancata
di aspettare ed è scesa dalla macchina per
fare due passi.
Ma che ci fa Gargiulo sotto la finestra dello
studio di De Luca?
Grazia sta per avvicinarsi quando all'improvviso
vede uscire Ricchiuti dall'appartamento.
Il maresciallo non la degna nemmeno di uno
sguardo e si infila veloce in macchina. Grazia
stupita si avvicina al finestrino dell'auto
e lo vede mentre appoggia sul sedile davanti
un pacco di fogli che si è tolto da sotto
la divisa.
La bozza di Lucarelli!
Non fa in tempo nemmeno ad aprire la bocca
per lo stupore che l'auto di Ricchiuti parte
a razzo. Allora Grazia si gira verso Gargiulo,
ma sotto la finestra quell'imbranato non
c'è più. Un attimo dopo anche lui passa sfrecciando
con la macchina.
Sembra un inseguimento da film. Ma prima
ancora di pensarlo, Grazia è già salita in
macchina e ha fatto girare la chiavetta dell'accensione.
In quel momento dalla villetta esce l'agente
che ha accompagnato lei e De Luca fino lì.
— Ispettore Negro, cosa fa?
— Cosa sta succedendo lì dentro?
— Il commissario è voluto rimanere da solo
con l'ispettore Coliandro...
— Coliandro?! Ma che sta succedendo?
E anche Grazia parte sgommando con l'automobile.
Intanto all'interno della villetta, De Luca
e Coliandro continuano il loro scambio di
opinioni.
— Dai De Luca, quanto la vuoi menare con
questa storia? Te l'ho detto, no? C'era uno
scassinatore e...
— E tu ti sei fatto prendere di sorpresa
e mettere ko.
— Ohe, calmino… non mi sono fatto prendere,
diciamo che mi ha preso di sorpresa. C'è
una bella differenza.
De Luca è sotto stress, non dorme da giorni
e quella storia proprio non ci voleva.
— Non sei mai stato una volpe, però non me
la bevo. Sono tutte cazzate.
— Come sarebbe, scusa? Ah, quindi tu non
credi a un tuo collega! Bello spirito di
squadra!
— Smettila Coliandro, sai benissimo cosa
c'era in questo cassetto.
— No, non lo so. Perché che c'era?
— Non fare il furbo. Che ci facevi qui, altrimenti?
— Ma non l'hai sentito Ricchiuti? Te l'ha
raccontata lui com'è andata, no?
— Io non mi fido nemmeno di lui.
— Ohe, De Luca e non scassare la minchia,
dai. Non penserai che io e Ricchiuti ti stiamo
prendendo in giro. Cos'è, va a finire che
adesso stiamo complottando contro di te,
eh? Un bel complottino.
A De Luca gira la testa. Pensa non ti lasciare
infinocchiare, ne hai passate di peggio.
Non si accorge di averlo detto ad alta voce.
— Parli da solo adesso? Non mi ti metterai
a parlare con i personaggi immaginari come
fa quel pazzo di Cornelio. Minchia, allora
è vero che stai dando fuori di testa!
— Che ne sai tu del mio stato mentale? Hai
trovato le carte che avevo nella scrivania!
— Ma no, ma quali carte. Dai su, De Luca,
fai il bravo, metti giù la pistola.
Con uno scatto improvviso Coliandro cerca
di disarmare il commissario.
La cronista è ancora lì fuori. Che fare?
Per essere un giornalista d'assalto ci vuole
una decisione fulminea ma quell'evolversi
della situazione proprio non se l'aspettava.
Troppe cose tutte insieme. Sarebbe interessante
scoprire perché il commissario sta minacciando
l'ispettore con una pistola. Però anche seguire
i tre che si allontanano non è male come
idea.
Avvicinarsi per ascoltare cosa si dicono
De Luca e Coliandro o seguire Grazia Negro
che segue Gargiulo che segue Ricchiuti come
in un infinito trenino dell'amore? La giornalista
di Telecentro gioca nervosamente con la cinghia
del binocolo. Dovrebbe essere più decisa
se vuole diventare una reporter d'assalto.
Dovrebbe, dovrebbe, dovrebbe.
E' ancora lì che pensa a tutto questo quando
uno sparo la fa sobbalzare sul sedile.
Altro che intossicazione letale di cozze!