"Blu Notte" è il titolo della trasmissione televisiva
che Carlo Lucarelli conduce per RAI Tre
Blu Notte è un programma di Carlo Lucarelli,
Giuliana Catamo, Paola De Martiis
Condotto da Carlo Lucarelli
Con la consulenza di Francesco La Licata
e Vincenzo Vasile.
Inchieste di Vincenzo Vasile.
Produttore esecutivo Francesca Perelli,
Carlotta
Zanini.
Regia di Alessandro Patrignanelli.
Una produzione Raitre - Etabeta S.p.A.
Autore musicale Alessandro Molinari
Una produzione Ra iTre - Etabeta S.p.A.
"Dopo tanti anni passati a raccontare quegli
episodi della metà oscura della storia recente
del nostro paese che chiamiamo “misteri italiani”,
ci siamo accorti che stavamo disegnando un
grande mosaico.
La nascita e lo sviluppo delle grandi
famiglie
della criminalità organizzata (la ‘ndragheta,
cosa nostra, la camorra), le varie
fasi del
terrorismo e della violenza politica,
gli
intrecci tra malapolitica e finanza
criminale,
i singoli delitti eccellenti: tutte
tessere
di un grande disegno che senza avere
necessariamente
una logica comune (un grande vecchio)
e senza
forzature dietrologiche contribuiscono
a
raccontare quello che eravamo e quello
che
siamo ancora.
Quest’anno ci siamo dedicati ad alcune
delle
tessere che ancora mancano a quel grande
mosaico, come la storia della P2 o
quella
della mafia dei casalesi, o le voci
interne
a Cosa Nostra espresse dai collaboratori
di giustizia (la mafia che parla).
A queste abbiamo aggiunto altri episodi
che
anche se sembravano fuori dai due filoni
principali delle nostre storia (mafia,
terrorismo,
politica criminale) con quelli avevano
tantissimo
a che fare, come le cosiddette “navi
a perdere”,
il traffico di rifiuti tossici e radioattivi
sia a livello nazionale che internazionale,
la morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Personalmente da questo studio ho capito
due cose.
La prima: anche se non esiste un grande
vecchio
o un grande complotto esiste comunque
nella
nostra storia e nella nostra società
un “humus
criminale”, “ambientale” addirittura,
che
fa in modo che tanti elementi ricorrano
in
un insieme di interessi comuni: imprenditori
senza scrupoli, istituzioni infedeli,
criminalità
organizzata, politici corrotti. Un
“sistema
Italia” –la sua metà oscura, naturalmente-
che da tempo si sostiene, si alimenta,
si
copre e si potegge “istintivamente”.
E si
rinnova.
La seconda: abbiamo ancora tante, ma
tante
altre tessere da raccontare per completare
il mosaico." Carlo Lucarelli
MISTERO IN BLU, BLU NOTTE e LUCARELLIRACCONTA
La prima serie si intitolava "Mistero
in Blu" è andata in onda nel 1998.
Laseconda serie intitolata "Blu Notte"
è andata in onda nel 1999. La terza nel 2000
La quarta serie intitolata "Blu Notte
- Misteri d'Italia" ed è andata in onda
nel 2001.
La quinta serie intitolata "Blu Notte
- Misteri Italiani" è andata in onda
nel 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008,
2009.
La undicesima serie intitolata "Lucarelliracconta” è andata in onda
nel 2010.
http://www.blunotte.rai.it
BLU NOTTE (seconda serie) su rai click
Le musiche di Blu Notte
versione Blu Notte
versione Blu Notte Misteri d'Italia
Ecco dalle parole dello stesso Carlo Lucarelli
quanto dura la preparazione tipo per una
puntata di "Blu Notte":
"Prima parte la ricerca su tutti i casi contemporaneamente,
affidata ai vari giornalisti e a Viganò e
Riva e di solito dura tre o quattro mesi.
Poi, caso per caso, andiamo sul luogo per
una settimana a fare le indagini e girare
le ricostruzioni, più un'altra settimana
per scrivere io e montare loro, più due giorni
per registrare in studio più altri tre per
montare tutto. Fai il conto e questa è una
puntata di Blu Notte."
(quasi cinque mesi!)
Carlo Lucarelli per Mistero in Blu si è avvalso
della collaborazione di Paola De Martiis,
Giuliana Catamo, Silio Bozzi, Alessandro
Riva & Lorenzo Viganò e Paola Mordiglia.
Per Blu Notte - Misteri italiani si
avvale
della collaborazione d d
Mistero in Blu (prima serie - 1998):
01. Alvise (Firenze)
02. Francesca (Bologna)
03. Max (Rimini)
04. Antonella (Catania)
05. Nadia (Chiavari - Genova)
06. Giuliano ed Enrico (Val di Susa -Torino)
07. Alessandra (Castellina - Siena)
08. Laura (Clusone - Brescia)
Blu Notte (seconda serie - 1999):
01. Lea (Bologna) 14 - 04 - 1999
02. Luigia e Antonella (Genova) 21 - 04 -1999
03. Simonetta (Milano) 28 - 04 - 1999
04. Lidia (Varese) 5 - 05 - 1999
05. Gianfranco (Firenze) 12 - 05 - 1999
06. Clotilde (Milano) 19 - 05 - 1999
07. Duilio (Roma) 26 - 05 - 1999
08. Elisa e Patrizio (Latina) 2 - 06 - 1999
09. Massimo (Aosta) 9 - 06 - 1999
10. Mara (Perugia) 16 - 06 - 1999
11. Mimmo, Gemma e Angela (Napoli) 23 - 06
- 1999
12. Maria Luisa (Trento) 30 - 06 - 1999
Blu Notte (terza serie - 2000)
01. Antonella (Roma) 3 ottobre 2000
02. Stevanin (Terrazzo) 10 ottobre 2000
03. Anna Laura (Pordenone) 17 ottobre 2000
04. Christian (Castelgulcina - Bolzano) 24
ottobre 2000
05. Floride (Urbino) 1 novembre 2000
06. Susy (Siracusa) 8 novembre 2000
07. Roberta (Falconara Albanese - Cosenza)
15 novembre 2000
08. I Misteri di Alleghe (Belluno) 22 - novembre
2000
09. Enzo (Sabaudia - Latina) 29 novembre
2000
10. Agata (Coglio di Vobarlo - Brescia) 6
dicembre 2000
11. Prof. Klinger (Milano) 13 dicembre 2000
12. Luigi (Sant'alberto - Ravenna) 20 dicembre
2000
13. Aurora (Palermo) 27 dicembre 2000
Blu Notte - Misteri Italiani (quarta serie
- 2001)
01. Michele Sindona (17 ottobre 2001)
02. Graziella Campagna (24 ottobre 2001)
03. Sergio Castellari (31 ottobre 2001)
04. "Gioia Tauro" (7 novembre 2001)
05. Antonio Ammaturo (14 novembre 2001)
06. La "Uno Bianca" (21 novembre
2001)
07. Roberto Calvi (28 novembre 2001)
08. Enrico Mattei (5 dicembre 2001)
09. Mauro De Mauro (12 dicembre 2001)
10. Antonino Gioè (19 dicembre 2001)
Blu Notte - Misteri Italiani (quinta serie
2002)
01. Il Caso Salvatore Giuliano (29 dicembre
2002)
02. Il Caso Ustica (05 gennaio 2003)
03. Il Caso Wilma Montesi (12 gennaio 2003)
04. Il Caso Antonino Agostino, Emanuele Piazza
(19 gennaio 2003)
05. Il Caso Pier Paolo Pasolini (26 gennaio
2003)
06. Il Caso della Strage di Bologna (2 febbraio
2003)
07. Il Caso Alceste Campanile (9 febbraio
2003)
08. Il Caso Mostro di Firenze - Prima Parte
(16 febbraio 2003)
09. Il Caso Mostro di Firenze - Seconda Parte
(23 febbraio 2003)
10. Il Caso Giuseppe Beppe Alfano (2 marzo
2003)
11. Il Caso Paolo Borsellino (9 marzo 2003)
Blu Notte - Misteri Italiani (speciale 2003)
Mercoledì 25 giugno 2003 alle ore 20:50,
su Raitre, puntata speciale di Blu Notte.
Carlo Lucarelli accompagna gli spettatori
attraverso "La Mattanza. Dai silenzi
sulla mafia al silenzio della mafia".
Titolo che dice tutto circa il tema della
puntata: i delitti di quella che fu anche
definita l'Onorata Società, dagli anni '60
ad oggi, con particolare attenzione ai rapporti
mafia-politica (si parlerà anche del 41 bis,
invisa norma che istituisce un regime di
"massima sicurezza" per i mafiosi
incarcerati) e un ricordo particolare di
Padre Puglisi, a 10 anni dalla morte dell'eroico
sacerdote del quartiere Brancaccio ucciso
dalla mafia il 15 settembre '93.
Blu Notte - Misteri Italiani (sesta serie
2004) Prima parte
01. La storia delle Brigate Rosse - Prima
Parte (01 aprile 2004)
02. La Storia delle Brigate Rosse - Seconda
Parte (08 aprile 2004)
03. Il Mostro di Firenze (15 aprile 2004)
... è prevista una puntata su La Mattanza
dai silenzi sulla Mafia al silenzio della
Mafia ma la trasmissione viene interrotta.
Viene dichiarato che riprenderà in Ottobre
2004.
Effettivamente riprende:
Blu Notte - Misteri Italiani (sesta serie
2004) Seconda parte
04. La Mattanza dai silenzi sulla Mafia al
silenzio della Mafia - (17 ottobre 2004)
05. La storia della 'Ndrangheta - (24
ottobre
2004)
06. Milano Calibro Nove - (31 ottobre 2004)
07. La storia della Camorra - (7 novembre2004)
08. La Banda della Magliana - (14 novembre
2004)
Blu Notte - Misteri Italiani (settima serie
2005)
01. La strage di piazza Fontana, un processo
senza fine (11 settembre 2005)
02. Mauro De Mauro - nuova versione
aggiornata
(18 settembre 2005)
03. OSS, CIA, GLADIO, i rapporti segreti
tra america e Italia (25 settembre 2005)
04. La violenza negli stadi negli anni '70
(2 ottobre 2005)
05. Vita e morte di Pier Paolo Pasolini (9
ottobre 2005)
01. La strage di piazza Fontana, un processo
senza fine (11 settembre 2005)
12 dicembre 1969: tre bombe esplodono contemporaneamente
a Milano e Roma. Diciassette morti e oltre
100 feriti. E' l'inizio della strategia della
tensione con il preciso obiettivo di condurre
a un colpo di stato autoritario. I bersagli
sono civili, adulti e bambini.
02. Mauro De Mauro (18 settembre 2005)
03. OSS, CIA, GLADIO, i rapporti segreti
tra america e Italia (25 settembre 2005)
Quale ruolo hanno avuto i servizi segreti
americani in Italia, in che modo è stata
combattuta la guerra fredda, attraverso quali
patti segreti e innominabili? Questa è una
storia di spie, oscura e misteriosa, che
inizia con lo sbarco alleato in Sicilia nel
'43 e si conclude con la caduta del muro
di Berlino.
04. La violenza negli stadi negli anni '70
(2 ottobre 2005)
Che cosa hanno significato gli anni '70 nella
storia d'Italia? Di sicuro la stagione più
controversa della Prima repubblica: anni
di piombo ma anche anni di grandi conquiste,
anni di ideali e speranze, nei quali però
si moriva di politica, a destra come a sinistra.
Anni di scelte estreme, di segreti e misteri,
di morti assurde e inspiegabili, di complotti,
che hanno cambiato per sempre la vita di
due generazioni. Ma davvero tutto è stato
chiarito, analizzato, e riportato alla luce
?
05. Vita e morte di Pier Paolo Pasolini (9
ottobre 2005)
Con le parole, le immagini e i versi, Pier
Paolo Pasolini ha descritto, amato e criticato
l'Italia. A distanza di 30 anni ci rimangono
la vita difficile e straordinaria di un vero
intellettuale, i giudizi sommari di chi non
lo aveva mai amato e le bugie di un giovane
assassino. L'omosessualità dello scrittore,
peraltro mai nascosta, è l'unica spiegazione
di un feroce massacro o la pista politica
può ancora rivelare aspetti poco noti, e
in parte ancora attuali, della storia recente?
Blu Notte - Misteri Italiani (ottava serie
2007)
01. Terra e Libertà. Gli omicidi Miraglia,
Rizzotto e Carnevale (10/03/2007)
02. Anomalia sarda. La criminalità in Sardegna
(17/03/2007)
03. L'armadio della vergogna, le stragi naziste
(02/09/2007)
04. G8 genova (09/09/2007)
05. Strage di Piazza della Loggia (16/09/2007)
06. Trapani, coppole e colletti bianchi (23/09/2007)
07. Il naufragio fantasma (30/09/2007)
08. Una guerra di spie, il rapimento dell'imam
Abu Omar (07/10/2007)
Blu Notte - Misteri Italiani (nona serie
2008)
01. La Mafia al Nord (31/08/2008)
02. Tangentopoli (07/09/2008)
03. Mafia & Politica (14/09/2008)
04. Amianto: una strage silenziosa (21/09/2008)
05. Il racket delle estorsioni (28/09/2008)
06. Messina, un enigma da decifrare (05/10/2008)
Blu Notte - Misteri Italiani (decima serie
2009)
01. L’ombra oscura della P2 (02/10/2009)
02. Navi a perdere – Il mare dei veleni
(09/10/2009)
03. Dentro Cosa Nostra – La storia
dei ‘pentiti’
di mafia (16/10/2009)
04. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (23/10/2009)
05. Il clan dei Casalesi – Soldi, silenzio
e sangue (30/10/2009)
06. Sicilia nera - Dall’omicidio di
Peppino
Impastato alla strage della Caserma
di Alcamo
Marina (06/11/2009)
01. L’ombra oscura della P2 (02/10/2009)
La mattina del 17 marzo 1981 scatta
un’operazione
di indagine estremamente riservata.
Su mandato
dei giudici di Milano Gherardo Colombo
e
Giuliano Turone, che stanno indagando
sul
bancarottiere Michele Sindona, la Guardia
di Finanza perquisisce una fabbrica
di abbigliamento
nella provincia di Arezzo e scopre
una lista
di migliaia di nomi di affiliati ad
una loggia
massonica segreta: la Loggia Propaganda
Due,
la P2.
A capo di quella loggia segreta è Licio
Gelli,
il Maestro Venerabile, uno tra gli
uomini
più potenti d’Italia. Nella lista,
infatti,
appaiono quasi tutti i componenti dello
stato
maggiore dell’Esercito e dei vertici
dei
servizi segreti, diversi industriali,
giornalisti,
44 parlamentari, alcuni ministri e
un segretario
di partito. Si tratta di uno scandalo
politico
senza precedenti.
Un anno dopo si scoprirà anche che
Loggia
P2 aveva un programma politico e istituzionale:
il cosiddetto “Piano di Rinascita Democratica”,
un progetto di riforme dello Stato,
della
politica e della società civile italiana
in senso autoritario che oggi è tornato
drammaticamente
di attualità.
02. Navi a perdere - Il mare dei veleni
(09/10/2009)
Nel mare della Calabria – secondo le
recenti
dichiarazioni del pentito di ‘ndrangheta
Francesco Fonti – sono state affondate
più
di 30 navi contenenti rifiuti tossici.
Un grosso affare tra organizzazioni
criminali,
servizi segreti e politica.
Cunsky, Jolly Rosso, Rigel , Karin
B., Marco
Polo, Koraline, Nicos 1, Alessandro
I sono
nomi che alla maggior parte delle persone
non dicono niente. In realtà sono nomi
di
navi scomparse nel mare. Alcune volte
ricompaiono
– come la Cunsky - alcune volte no.
Cosa trasportavano quelle navi? Quali
sono
state le circostanze del loro naufragio
o
del loro affondamento? E che traffici
si
nascondono dietro le loro strane rotte?
Carlo Lucarelli, seguendo le orme dell’ufficiale
di Marina, Natale De Grazia - uno dei
tanti
eroi sconosciuti del nostro Paese –
e di
alcuni coraggiosi magistrati, ci apre
le
porte al mistero delle navi fantasma
inabissate
al largo delle coste italiane con il
loro
carico di rifiuti tossici o addirittura
radioattivi.
In seguito allo spiaggiamento della
motonave
Jolly Rosso, avvenuto il 14 dicembre
1990
sulla costa di Amantea in Calabria,
parte
un’inchiesta che viene subito osteggiata
e, tra coinvolgimenti dei servizi segreti
ed intercettazioni dei magistrati,
prosegue
fino alla morte in circostanze misteriose
di Natale De Grazia
03. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (16/10/2009)
Sulla vicenda di Ilaria Alpi e Miran
Hrovatin
si è parlato molto e il Parlamento
ha creato
una Commissione d’Inchiesta che ha
lavorato
per anni.
Ma una versione univoca sulle cause
della
morte dei due giornalisti del Tg3 della
Rai
ancora non c’è. Come non c’è una descrizione
univoca della dinamica dell’attentato:
agguato
per rapina – con colpi di Kalashnikov
sparati
da lontano – come conclude la relazione
di
maggioranza della Commissione Parlamentare
presieduta dall’onorevole Carlo Taormina,
o esecuzione – con colpi di pistola
sparati
a bruciapelo – come sembrano confermare
tutte
le testimonianza raccolte subito dopo
l’eccidio.
I misteri intorno all’agguato del 20
marzo
1994 a Mogadiscio sono tanti: a cominciare
dalla dinamica dell’aggressione, passando
alla condanna a 26 anni di Hashi Omar
Hassan,
il cittadino somalo venuto in Italia
per
testimoniare e poi condannato per il
duplice
omicidio, fino alla scomparsa di alcune
cassette
con l’intervista al sultano di Bosaso,
l’ultima
intervista realizzata da Ilaria e Miran
in
Somalia.
Ilaria e Miran probabilmente avevano
scoperto
qualcosa di inquietante: traffici internazionali
di rifiuti tossici e di armi, nascosti
dietro
la cooperazione internazionale ai paesi
in
via di sviluppo.
Analizzando tutta la documentazione,
le evidenze
e i dettagli legati a quel tragico
20 marzo
del 1994, si porta alla conoscenza
di tutti
un mistero ancora irrisolto, ma anche
una
vicenda profondamente umana dove spicca
la
figura e la dignità dei genitori di
Ilaria.
04. Dentro Cosa Nostra - La storia
dei "pentiti"
di Mafia (23/10/2009)
Il 15 luglio 1984 arriva a Roma, estradato
dagli Stati Uniti, Tommaso Buscetta.
Reduce
da un tentativo di suicidio e dallo
sterminio
di quasi tutta la sua famiglia, si
“pente”
e grazie alla sua collaborazione con
il giudice
Giovanni Falcone, per la prima volta
la Mafia
comincia a non avere più un misteri.
Buscetta parla, svela organigrammi,
nomi,
traffici, struttura, omicidi. Si ferma
solo
quando sta per parlare dei rapporti
tra mafia
e politica. La sua confessione è uno
dei
pilastri su cui si basa il Maxiprocesso,
il primo vero e proprio processo alla
Mafia.
La prima legge sui collaboratori di
giustizia
in Italia viene varata nel 1991. I
suoi effetti
sono dirompenti: moltissimi mafiosi,
dopo
le condanne del Maxiprocesso e le conseguenze
della sanguinosa guerra interna scatenata
dai Corleonesi, iniziano a collaborare
usufruendo
dei programmi di protezione e reinserimento
della legge. La Mafia sembra quasi
sconfitta.
Nel 2001 è approvata una nuova legge
– che
per alcuni restringe i troppi “privilegi”,
mentre per altri, di fatto, indebolisce
le
possibilità di scoprire, attraverso
l’aiuto
dei collaboratori di giustizia, il
cosiddetto
terzo livello: i rapporti della mafia
con
la politica.
Le testimonianze dei numerosi ‘pentiti’
non
solo ripercorrono vicende umane dai
tratti
sconvolgenti, ma anche la storia di
una delle
maggiori organizzazioni criminali di
tutti
i tempi. Un’occasione unica per conoscere
la Mafia dal suo interno.
05. Il clan dei Casalesi - Soldi, silenzio
e sangue (30/10/2009)
Il 1 luglio 1998 si apre uno dei più
importanti
processi alla criminalità degli ultimi
anni
in Italia.
Paragonabile, se non superiore, per
numero
di imputati, delitti commessi e giro
di affari
criminali al Maxiprocesso di Palermo.
E’ stato praticamente ignorato dai
media
nazionali fino a che uno scrittore
esordiente
– Roberto Saviano – scrive “Gomorra”,
parlando
– tra le altre cose – anche delle vicende
trattate nel processo.
Da allora tutti sanno cos’è il Clan
dei Casalesi.
Tutti conoscono i soprannomi evocativi
dei
principali imputati: “Sandokan”, “Cicciotto
‘e mezzanotte”, “O fuggiasc”, “Walterino”.
O’ ninno”, “Bin Laden”.
Sono questi i componenti di questa
camorra
di paese – più simile alla mafia corleonese
che alla camorra di Napoli –che ha
insanguinato
e distrutto l’economia e l’ambiente
di uno
dei luoghi più belli e più ricchi della
Campania.
Dall’ascesa di Antonio Bardellino nella
lotta
contro la Nuova Camorra Organizzata
di Raffaele
Cutolo fino alla strage dei Ghanesi
di Castelvolturno
alla fine del 2008, Carlo Lucarelli,
grazie
anche alla testimonianza di eccezione
di
Roberto Saviano, ci racconta una delle
organizzazioni
criminali più pericolose e più “imprenditoriali”
del mondo, capace di riciclare con
furbizia
e scaltrezza i proventi delle sue molteplici
attività fino a costruire un vero e
proprio
impero finanziario internazionale.
06. Sicilia nera (06/11/2009)
Dall’omicidio di Peppino Impastato
alla strage
della Caserma di Alcamo Marina
Diversi misteri si succedono in Sicilia
negli
anni ’70. Il 9 maggio 1978 viene ucciso
a
Cinisi in provincia di Palermo, Peppino
Impastato.
Peppino è figlio di un uomo d’onore,
ma nonostante
questo sceglie di sfuggire ad un destino
segnato e riesce a mettere in difficoltà
la mafia di Tano Badalamenti, con l’ironia
tipica di quegli anni, ma soprattutto,
con
la controinformazione che viaggia sulle
frequenze
di una delle prime radio libere: “Radio
Aut”.
L’omicidio inizialmente è fatto passare
per
un attentato terroristico andato male,
ma
la tenacia della madre Felicia e del
fratello
Giovanni e del gruppo di tutti i suoi
amici
conducono ad una mobilitazione popolare
e
ad un film – “I cento passi” – smascherando
l’iniziale depistaggio e arrivando
alla condanna,
per omicidio, di Tano Badalamenti.
Il 26 gennaio 1976 nella casermetta
dei carabinieri
di Alcamo Marina, in provincia di Trapani,
vengono assassinati l'appuntato Salvatore
Falcetta e il carabiniere Carmine Apuzzo.
Sono arrestati e incriminati dell’omicidio
cinque giovani del posto che confessano
e
vengono condannati. Dopo anni e ulteriori
indagini si scopre che quei cinque
giovani
sono stati sottoposti a torture e che
le
loro confessioni sono state estorte.
Il 10
giugno del 2009 la Prima Sezione della
Corte
di Cassazione ha stabilito la revisione
del
processo in cui quei giovani furono
condannati.
Uno di loro, in carcere da 21 anni,
sta scontando
ancora l’ergastolo.
Il 27 ottobre 1972 Giovanni Spampinato
-
un giornalista che stava indagando
sull’omicidio
di un ingegnere imprenditore - viene
ucciso
a Ragusa da Roberto Campria, figlio
dell'allora
Presidente del tribunale della città.
Il
movente dell’omicidio è rimasto ambiguo
e
avvolto nel mistero.
LUCARELLIRACCONTA
1. Nelle mani dello Stato
2. La trattativa
3. La morte sul lavoro
4. La mala del Brenta
5. La quarta mafia
http://www.lucarelliracconta.rai.it
Dopo dieci edizioni di “Blu Notte -
Misteri
italiani”, Carlo Lucarelli ritorna
su Rai
Tre con un nuovo programma: “Lucarelliracconta”.
Lo scrittore e conduttore televisivo
riprende
con il suo appassionante stile narrativo
un percorso di indagine e ricostruzione
di
alcune delle più controverse vicende
della
società italiana.
Cinque nuovi casi della nostra storia
recente:
La mala del Brenta, La quarta mafia,
La morte
sul lavoro, Nelle mani dello Stato
e La trattativa,
per raccontare fatti che troppo spesso
rimangono
nascosti o vengono archiviati, dove
la storia
del crimine inevitabilmente si intreccia
alla storia di chi al crimine si contrappone
o di chi fatalmente ne rimane vittima.
Ogni puntata avrà un prologo e un epilogo
con un’intervista di Carlo Lucarelli
a un
personaggio che introduce e chiude
il tema
trattato nella puntata.
Per quella dedicata alla trattativa
tra lo
Stato e la mafia sarà lo scrittore
Andrea
Camilleri a introdurci nelle pieghe
di una
storia di misteri, di stragi sanguinose,
di apparati dei servizi segreti deviati.
Una storia a cui si aggiungono sempre
nuovi
elementi, una sorta di mosaico che,
giorno
dopo giorno, sembrerebbe apparire più
definito.
Perché soprattutto questa è la storia
di
un’ipotesi, l’ipotesi di un filo che
ha legato
e lega Cosa Nostra non solo all’economia,
non solo alla politica, ma a una parte
dello
Stato.
Un’intervista al giallista Massimo
Carlotto,
invece, ci accompagnerà nelle vicende
di
una mafia del Nord, “La mala del Brenta”
di Felice Maniero, detto “faccia d’angelo”,
che con la sua feroce organizzazione
criminale
dal piccolo paese di Campolongo Maggiore
arriva a controllare non solo tutto
il Veneto,
ma anche altre zone d’Italia e traffici
illegali
internazionali con i Balcani. La parabola
di Felice Maniero sembrerebbe quasi
incarnare,
da un punto di vista criminale, l’espansione
fulminea del Nord-Est, uno dei settori
geografici
più produttivi del nostro Paese.
Si snoda in Puglia l’inchiesta su “La
quarta
mafia”, la Sacra Corona Unita. Una
mafia
autoctona che si ispira alla Camorra
e alla
‘Ndrangheta, fatta di estorsioni e
di usura,
di traffico di stupefacenti, armi e
sigarette,
di omicidi e di bombe. Ma anche di
rituali
segreti, di parole arcaiche come formule
magiche, immagini sacre bruciate. Forse
l’unico
esempio in Italia di mafia che è stata
sconfitta
e sradicata da una terra che, come
Don Luigi
Ciotti ci racconta, può essere ‘sfruttata’
in maniera positiva.
Non ha invece connotazioni territoriali
la
puntata su “La morte sul lavoro”che
si apre
con un prologo di Ascanio Celestini
sulla
difficoltà di narrare un mondo del
lavoro
sempre più frammentato e convulso.
Carlo
Lucarelli cercherà di indagare le ragioni
profonde degli incidenti, i problemi
della
sicurezza sul lavoro, quanto è stato
fatto
per difenderla e quanto ancora resta
da fare
per impedire che il lavoro, fondamento
nella
nostra Repubblica e della nostra Costituzione,
invece di portar vita e possibilità
di esprimere
il proprio talento, porti così la morte.
La puntata “Nelle mani dello Stato”
- introdotta
dall’intervista a un cantautore con
un forte
interesse per i temi sociali come Daniele
Silvestri - racconta di luoghi diversi:
caserme,
questure, carceri, reparti penitenziari
degli
ospedali, ospedali psichiatrici giudiziari,
centri di identificazione ed espulsione,
in cui un cittadino finisce nelle mani
dello
Stato perché arrestato o fermato, detenuto
in attesa di giudizio, condannato,
o semplicemente
bisognoso di cure. Ci sono leggi, procedure,
controlli e persone che regolano questa
tutela.
Ci sono forme di garanzia che, in una
democrazia,
spesso funzionano ma altre volte no.
Come
nei casi di Stefano Cucchi o Federico
Aldrovandi,
o come in quelli di donne e uomini
che stavano
dietro le sbarre e che sono morti di
morte
violenta mentre erano nelle mani dello
Stato.
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BLU NOTTE IN DVD
Esistono due serie di DVD pubblicati
da De
Agostini e dal Corriere della Sera
BLU NOTTE - De Agostini
i DVD di Blu Notte della De Agostini
01 La Uno bianca
02 I delitti del mostro di Firenze
03 Oss, Cia, Gladio - I rapporti segreti
tra America e Italia
04 La strage di Ustica
05 La banda della Magliana - Il potere
del
crimine
06 La strage di Bologna - Il dolore
della
memoria
07 Il caso Mattei - Un "visionario"
scomodo
08 La scomparsa di Mauro De Mauro -
Un mistero
di Stato
09 La storia della Camorra
10 Michele Sindona - Banchiere di Dio
o diavolo?
11 Milano calibro nove
12 Il caso Montesi
13 Salvatore Giuliano
14 Il caso Calvi
15 La storia dell 'Ndrangheta
16 Antonino Gioè - Il boss suicida
17 Pier Paolo Pasolini - Morte di un
poeta
18 Poliziotti allo sbaraglio
19 Brigate Rosse prima parte
20 Brigate Rosse seconda parte
21 Paolo Borsellino
22 Sergio Castellari - Un suicidio
anomalo
23 Anni Settanta - Gli anni della violenza
24 Beppe Alfano - Un cronista di frontiera
25 Gioia Tauro - La strage dimenticata
26 Terra e libertà - Morte di tre sindacalisti
27 L'anomalia sarda - La fabbrica dei
sequestri
28 Elisa e Patrizio
29 Mara - Il delitto di Todi
30 Lidia - Il delitto di Cittiglio
31 Luigia e Antonella - Il delitto
di Genova
32 Antonella Di veroli - Il delitto
di Montesacro
33 Stevanin - Il serial killer di Terrazzo
34 Annalaura - Il delitto di Pordenone
35 Susy - Il delitto di Siracusa
36 Roberta Lanzino - Il delitto di
Falconara
Albanese
37 I misteri di Alleghe
38 Floride - Il delitto di Urbino
39 Il professor Klinger - Il delitto
di Milano
40 Enzo - Il delitto di Sabaudia
41 L'archivio della vergogna
42 Genova 2001, G8
43 Piazza della Loggia: Il luogo della
memoria
44 Il naufragio fantasma
45 Una guerra di spie
Blu Notte - Corriere della Sera
i DVD del Corriere della Sera
01 Le Brigate Rosse prima parte
02 Le Brigate Rosse seconda parte
03 Piazza Fontana
04 La Mattanza
05 Piazza della Loggia
06 La Uno bianca
07 Strage di Bologna
08 La banda della Magliana
09 Enrico Mattei
10 Pier Paolo Pasolini
11 L'armadio della vergogna
12 Cia, Oss, Gladio
13 Anni 70
14 la scomparsa di Mauro De Mauro
15 Michele Sindona
16 La 'Ndrangheta
17 G8. Genova 2001
18 La storia della Camorra
19 Mafia al nord
20 Una guerra di spie
21 Amianto
22 Tangentopoli
23 Terra e libertà
24 Il naufragio fantasma
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Seguono alcuni articoli apparsi sui quotidiani:
SOSPESA LA TRASMISSIONE BLU NOTTE. CARLO
LUCARELLI DICE LA SUA SU "LA REPUBBLICA":
La decima edizione di Blu Notte - Misteri
Italiani
La presentazione di Carlo Lucarelli
Dopo tanti anni passati a raccontare
quegli
episodi della metà oscura della storia
recente
del nostro paese che chiamiamo “misteri
italiani”,
ci siamo accorti che stavamo disegnando
un
grande mosaico.
La nascita e lo sviluppo delle grandi
famiglie
della criminalità organizzata (la ‘ndragheta,
cosa nostra, la camorra), le varie
fasi del
terrorismo e della violenza politica,
gli
intrecci tra malapolitica e finanza
criminale,
i singoli delitti eccellenti: tutte
tessere
di un grande disegno che senza avere
necessariamente
una logica comune (un grande vecchio)
e senza
forzature dietrologiche contribuiscono
a
raccontare quello che eravamo e quello
che
siamo ancora.
Quest’anno ci siamo dedicati ad alcune
delle
tessere che ancora mancano a quel grande
mosaico, come la storia della P2 o
quella
della mafia dei casalesi, o le voci
interne
a Cosa Nostra espresse dai collaboratori
di giustizia (la mafia che parla).
A queste abbiamo aggiunto altri episodi
che
anche se sembravano fuori dai due filoni
principali delle nostre storia (mafia,
terrorismo,
politica criminale) con quelli avevano
tantissimo
a che fare, come le cosiddette “navi
a perdere”,
il traffico di rifiuti tossici e radioattivi
sia a livello nazionale che internazionale,
la morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Personalmente da questo studio ho capito
due cose.
La prima: anche se non esiste un grande
vecchio
o un grande complotto esiste comunque
nella
nostra storia e nella nostra società
un “humus
criminale”, “ambientale” addirittura,
che
fa in modo che tanti elementi ricorrano
in
un insieme di interessi comuni: imprenditori
senza scrupoli, istituzioni infedeli,
criminalità
organizzata, politici corrotti. Un
“sistema
Italia” –la sua metà oscura, naturalmente-
che da tempo si sostiene, si alimenta,
si
copre e si potegge “istintivamente”.
E si
rinnova.
La seconda: abbiamo ancora tante, ma
tante
altre tessere da raccontare per completare
il mosaico.
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LA POLEMICA: Ma a chi diamo fastidio
se parliamo
di mafia?
CARLO LUCARELLI
Il mio cellulare non prende mai. Ogni volta
che guardo il display vedo la scritta solo
emergenze e nessuna tacca, così quando sono
fuori sono quasi sempre scollegato dal mondo.
Tipo giovedì sera, sono a cena fuori a casa
di amici e aspettiamo di vedere la puntata
di "Blu notte" sulla mafia, che
alcuni di loro non hanno visto e che io rivedo
volentieri. E´ per questo, per il mio teelfono
che non prende, che nessuno riesce ad avvertirmi
e come molti telespettatori mi ritrovo Clint
Eastwood appeso ad un albero invece di Totò
Riina al 41 bis. Non capisco. Poi qualcuno
riesce a raggoungermi e mi dice che ci hanno
sospeso. Sospeso? Non mi era mai successo,
neanche a scuola. Così mi sono guardato Il
Grande Fratello (il film con Clint lo avevo
già visto).
Il giorno dopo ho cercato spiegazioni. E
ho continuato a non capire. Mi hanno letto
una circolare secondo la quale programmi
come il mio violerebbero la legge sulla par
condicio. Perché intervisto alcuni politici
e perché parlo di argomenti che possono essere
ricondotti alla politica.
Non capisco. Ho intervistato politici di
quasi tutti gli schieramenti della prima
e della seconda repubblica, hanno parlato
Mancino che all´epoca dei fatti raccontati
era ministro degli Interni, ha parlato Martelli
che lo era della Giustizia, ha parlato Violante
dei Ds e Battaglia di An, e hanno parlato
solo delle cose che li riguardavano rispetto
alla vicenda.
Correttamente ed esaurientemente direi, visto
che nessuno si era lamentato quando la puntata
era già andata in onda nel giugno del 2003,
come una specie di pilota di questa nuova
serie. E allora perché non siamo andati in
onda?
Parliamo di politica, e siamo sotto le elezioni.
Non è esatto, noi parliamo di mafia, e parlare
di mafia non dovrebbe dar fastidio a nessuno,
a parte la mafia, naturalmente. Parlarne
in modo corretto, intendo, come sono convinto
che avevamo fatto noi e come ci era stato
riconosciuto da più parti (chissà, magari
anche dai mafiosi? non lo so, non frequento).
Secondo la circolare
che mi hanno letto non si può parlare di
politica, non si può parlare con e di politici
coinvolti nelle elezioni, neanche di fatti
che li riguardano, per quanto vecchi o passati
che siano. Forse mi sbaglio, o semplicemente
non capisco, ma fortuna che Giulio Andreotti
è già senatore a vita e non è candidato,
se no non potremmo mandare in onda neanche
una puntata sul caso Montesi, 1953, preistoria
della prima repubblica, perché ad un certo
punto passiamo un´intervista di repertorio
ad Andreotti che ricorda le impressioni lasciate
da quel caso nell´Italia di allora. Unico
modo per andare in onda con la nostra puntata
sulla mafia: passare sotto la responsabilità
di una testata giornalistica. Ma il direttore
generale, mi hanno detto, non ha ritenuto
di dare l´autorizzazzione.
Forse sono io che mi sbaglio. O semplicemente
non capisco. Non lo so.
Vediamo quello che non vedremo sulla Rai
da qui al giorno delle elezioni.
Intanto, l´altra sera mi sono guardato il
Grande Fratello. Per chi avesse visto il
film su Rai3, o Don Matteo o qualcos´altro:
è uscita Carolina, quella carina, che se
la faceva con Tommaso.
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IL MANIFESTO
VESPRI
Telecomando piatto, solo film e censura
di NORMA RANGERI
Film, film, film, Grande Fratello e un altro
film. Prima o poi doveva succedere ed è successo
ieri: sulle sei reti nazionali del monopolio
berlusconiano in prima serata sono andati
in onda cinque film e un reality (La7 trasmetteva
un partita di calcio). Non è la prima volta
che la poderosa macchina televisiva italiana
sforna un palinsesto di repliche cinematografiche,
ma questo menù fisso di solito viene propinato
nei mesi caldi, quando i programmi vanno
in vacanza. Evidentemente i dirigenti della
Rai hanno anticipato i tempi e questa volta
le ferie estive non c'entrano. C'entra, invece,
la scelta di togliere di mezzo l'unico programma,
Blu notte, dedicato alla ricostruzione di
alcune stragi mafiose, a partire da quelle
del '92. Si sarebbe parlato anche dell'assassinio
del giudice Borsellino e probabilmente anche
delle sue accuse al mondo politico. Dunque
sono entrate in azione le forbici, in una
serata in cui il deserto del palinsesto faceva
risaltare l'impossibilità di scelta per il
teleutente. O meglio una scelta c'era, ed
infatti non stupisce se, di fronte al vuoto
di una programmazione che aveva mandato in
soffita informazione e intrattenimento, il
giochino dei reclusi in onda su Canale5 conquistava
uno share altissimo. Giunto alle puntate
finali, il Grande fratello gonfia gli ascolti,
tanto più se è trainato dal nulla delle reti
concorrenti.
L'uso (inutile) del telecomando suggeriva
una guerra senza quartiere alla libertà di
scelta. Come era evidente dalle immagini
di Blob con i volti dei politici coperti
da strisce rosse perché d'ora in poi, per
decisione del direttore generale, Flavio
Cattaneo, anche gli ultimi brandelli di satira
vanno eliminati per la vicinanza della campagna
elettorale. A parte le veline quotidiane
emesse dai telegiornali, di politica si potrà
parlare solo nelle apposite tribune (rifilate
alla moribonda Raidue), mentre i leader saranno
esclusivo appannaggio di Porta a Porta. Una
televisione per stomaci forti.
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IL BARBIERE DELLA SERA
23.04.2004
La Mafia? Impiccala più in alto
di Madame Psychosis
“La Mattanza”, la puntata dedicata alla mafia
del programma Blu notte di Carlo Lucarelli,
ieri sera non è andata in onda. Bloccata
dalla direzione Rai, ha dovuto lasciare il
posto a Clint Eastwood.
“Sento il dovere di scusarmi con i telespettatori
per l'impossibilità di mandare in onda stasera,
così come annunciato, la puntata del programma
Blu notte dedicata alla mafia, in quanto
il programma non è stato riconosciuto dall’azienda
come una trasmissione informativa riconducibile
alla responsabilità di una testata giornalistica,
come previsto dalla legge sulla par condicio
e dalle disposizioni della Commissione parlamentare
di Vigilanza”, ha spiegato in una nota il
direttore di rete Paolo Ruffini, come riportato
da un’Ansa delle 19.38. Al posto di Rai Notte,
va in onda “Impiccalo più in alto”, western
con Clint Eastwood.
Io che mi ero preparata cuscino comodo e
luce bassa per una serata tivu, quando alle
nove ho visto passare delle vacche sullo
schermo, colori Ferrania, ho capito che qualcosa
non stava andando come previsto.
Carlo Lucarelli, ma tu quando l’hai saputo?
Stasera (ieri sera per chi legge, ndr). Il
mio telefono non prendeva, poi mi hanno raggiunto,
il direttore di rete, e un po’ di gente che
lavora con noi, mi hanno comunicato: “non
andiamo”.
Il motivo te l’hanno detto, immagino.
Si, par condicio. Non sono riusciti a inserire
Blunotte nella lista dei programmi che ricadono
sotto la responsabilità di una testata giornalistica,
e siccome abbiamo in trasmissione dei politici…
E’ pretestuoso?
Non lo so. Non credo abbiano nulla contro
di noi, contro di me, non sono mica Enzo
Biagi. Tutto accade in quest’ottica che c’è,
che fa chiudere tutta una serie di programmi
perché chissà cosa ci potrebbe essere dentro.
Oggi tu domani un altro
Si, come Blob, che è nella stessa situazione.
Con questa logica poi si possono coinvolgere
tutti, i comici se fanno l’imitazione dei
politici… Se si dà un’interpretazione restrittiva
di questa legge, si chiude tutto.
Vengono in mente i cartelli nelle osterie
del Ventennio: “Qui non si parla di politica”.
Esatto. Posso darti una risposta ironica:
io non parlavo di politica, io parlavo di
mafia. Mi stupisce che qualcuno si offenda
se parlo di mafia, non credo si dovrebbe
offendere nessuno, credo sia un bell’argomento
da discutere.
Che tu sappia, prima di decidere hanno visionato
la puntata?
Ma questa era già andata in onda, questa
estate, come esperimento di prima serata
per questa nuova serie. Il primo esperimento
fu appunto la mafia, sai come facciamo noi,
partiamo da uno spunto, che era quello delle
stragi del ’92, e poi raccontiamo, senza
metterci lì a fare teoremi, intervistando
Violante ma anche Battaglia di An, sentendo
tutti quelli che potevano avere qualcosa
da dire. Questo era, niente di speciale,
fatti messi in fila, come al solito.
Tutto sospeso quindi
Noi stiamo comunque lavorando alle altre
puntate, a questo punto credo che andremo
in onda di nuovo dall’autunno. Comunque,
non so, io adesso mi sto guardando il Grande
Fratello, il film con Clint Eastwood l’ho
già visto.
Madame Psychosis
APPROFONDIMENTI:
Blu Notte - Misteri Italiani (quinta serie
2002)
01. Il Caso Salvatore Giuliano: Chi era veramente
Salvatore Giuliano? Un bandito, un capopopolo
separatista, un uomo al soldo della mafia
e dei servizi di sicurezza americani? Il
suo nome rimane indissolubilmente legato
alla prima strage dell'Italia repubblicana:
a Portella della Ginestra, in provincia di
Palermo, il 1 maggio 1947, la banda Giuliano
spara su una manifestazione di contadini,
uccidendo 11 persone tra cui due bambini.
Il movente di quella strage è rimasto oscuro
come la morte del bandito, avvenuta nel luglio
1950. Una morte misteriosa, come quella di
Gaspare Pisciotta, luogotenente di Giuliano,
accusato di averlo venduto ai Carabinieri,
che morirà avvelenato in carcere. Scomodo
testimone di patti inconfessabili tra lo
Stato e la Mafia, la figura del bandito siciliano
rimane ancora avvolta nel mistero.
02. Il Caso Ustica: 27 giugno 1980, un aereo
di linea proveniente da Bologna e diretto
a Palermo esplode precipitando in mare al
largo di Ustica. Delle 81 persone a bordo,
nessuno si salva. Tante sono state le ipotesi
sul disastro: una bomba, un cedimanto strutturale
dell'aereo, un missile sparato nel corso
di una battaglòia aerea. M ala verità, ancora
oggi, non c'è. Carlo Lucarelli cerca di ricostruire
i fatti e l'accidentato percorso delle indagini...
03. Il Caso Wilma Montesi: 11 aprile 1953,
vigilia di Pasqua. Il cadavere di Wilma Montesi,
una bella ragazza romana, viene trovato sulla
spiaggia di Torvajanica, vicino Roma. Il
caso coinvolgerà personaggi altolocati, uomini
politici, giornalisti, giovani donne alla
ricerca della scalata sociale, ma non avrà
mai né un colpevole, né un movente e diventerà
uno dei più emblematici misteri italiani.
04. Il Caso Antonino Agostino, Emanuele Piazza:
5 agosto 1989, l'agente di polizia Antonino
Agostino viene ucciso a Palermo. Emanuele
Piazza, ex agente di Polizia, scompare nel
nulla sempre a Palermo il 16 marzo 1990.
Su quest' ultimo delitto si fara' luce diversi
anni dopo: il ragazzo era un collaboratore
del Sisde e prima di essere ucciso stava
tentando di catturare alcuni boss di Cosa
Nostra, tra cui Salvatore Riina. La morte
di Antonino Agostino, invece, rimarra' avvolta
nel mistero. Ancora oggi si cerca di capire
cosa ha unito queste due tragiche morti.
05. Il Caso Pier Paolo Pasolini: Ostia, 2
novembre 1975, giorno dei morti. Viene trovato
il cadavere martoriato di Pier Paolo Pasolini,
53 anni, scrittore, poeta, regista, intellettuale
scandaloso, personalità unica e certamente
irripetibile della cultura italiana. Del
suo assassinio viene accusato un 17/enne
borgataro, Giuseppe Pelosi. Sembra una nemesi
ineluttabile: Pasolini è stato ammazzato
brutalmente da uno di quei ragazzi di vita
che tanto aveva amato, di cui tanto aveva
scritto, per la cui omologazione sociale
e culturale tanto si era rattristato... delitto
passionale in ambito omossessuale o delitto
'di Stato' su commissione?
06. Il Caso della Strage di Bologna, 2 agosto
1980, la più sanguinosa strage compiuta in
Italia: 80 morti e oltre 200 feriti. In venti
anni si sono susseguite sentenze di colpevolezza
e assoluzione, ma il dubbio è rimasto. Chi
e perché ha voluto quel massacro? Chi e come
ha depistato le indagini? Tre neofascisti
sono stati condannati come gli esecutori
materiali, ma il contesto in cui è maturata
la strage è rimasto sullo sfondo. Si è trattato
dell'ennesimo atto della strategia della
tensione o un atto di terrorismo internazionale
al quale il neofascismo italiano ha dato
il suo appoggio?
07. Il Caso Alceste Campanile: Reggio Emilia.
E’ il giugno del 75. Il corpo di un ragazzo
viene trovato in aperta campagna, ucciso
da due colpi di pistola. E’ Alceste Campanile,
22 anni, militante di Lotta Continua. Per
anni si sono susseguite le ipotesi: pista
rossa che coinvolge nomi eccellenti della
sinistra extraparlamentare o pista nera che
colpisce Campanile come avversario politico?
Alla fine degli anni ’90, il colpo di scena:
un uomo legato a tanti altri misteri della
storia italiana, si autoaccusa del delitto.
Ma le sue confessioni appariranno poco credibili.
08. Il Caso Mostro di Firenze (Prima Parte):
Per oltre dieci anni, il mostro di Firenze
ha terrorizzato l'Italia. Ma il serial killer
non era solo: aveva intorno a sé feroci e
spietati compagni di sangue legati tra loro
da segreti inconfessabili.
09. Il Caso Mostro di Firenze (Seconda Parte):
La storia di questi mostri e dei loro delitti
è, ancora in parte, rimasta oscura. Chi li
proteggeva e ordinava di compiere assurdi
delitti e terribili mutilazioni? Magia, sesso
e folle violenza erano gli unici moventi
degli otto duplici omicidi?
10. Il Caso Giuseppe Beppe Alfano: Barcellona
Pozzo di Gotto (Messina), 8 gennaio 1993.
Il giornalista Beppe Alfano, che da anni
raccontava le lotte a colpi di pistola fra
le cosche mafiose locali, viene ucciso da
alcuni killer. Il corpo del corrispondente
locale del quotidiano di Catania <La Sicilia>,
è riverso nella sua auto, una <Renault
5> di colore rosso, regolarmente parcheggiata
in via Marconi, la strada principale del
paese. A cento metri di distanza, nella vicina
via Trento, una parallela, c'è la sua casa.
Alfano è stato ucciso a colpi di pistola
sparati alla testa, poco dopo le 23, 20.
11. Storie di mafia: dalla morte di Borsellino
ai nostri giorni: Palermo 19 luglio 1992:
in via D’Amelio, il giudice Paolo Borsellino
e la sua scorta vengono uccisi da un’autobomba.
Cinquantasei giorni dopo la strage di Capaci,
era difficile pensare ad un nuovo massacro.
Ma Cosa Nostra non rinuncia ai suoi obiettivi
di morte. E pochi mesi dopo, per la prima
volta nella sua storia, colpisce anche fuori
dalla Sicilia: a Milano, Firenze e Roma,
la Mafia cerca le stragi indiscriminate.
A distanza di un decennio, rimangono ancora
oscuri i moventi di quella strategia; così
come rimangono oscure le ragioni dell'improvviso
successivo silenzio che caratterizza ancora
oggi il comportamento di Cosa Nostra.
Blu Notte (seconda serie - 1999):
1. LA GROTTA DELLA CROARA Una donna torna
a casa con la sua macchina, posteggia, prende
la borsa della spesa appena fatta, ma a casa
non salira’ mai. Sparisce nel nulla per diversi
giorni, viene ritrovata uccisa da un colpo
di pistola nella grotta della Croara vicino
Bologna.
2. LUIGIA E ANTONELLA. Genova
3. IL DELITTO DELLA CATTOLICA Simonetta Ferrero
viene trovata uccisa in un bagno all’Universita’
Cattolica di Milano il 24 luglio 1971. Una
ragazza tranquilla, molto per bene, molto
religiosa. Il delitto è totalmente avvolto
nel mistero, si aprono durante le indagini
solo fragilissime piste.
4. IL DELITTO DI LIDIA MACCHI Nel 1987 viene
uccisa a Varese Lidia Macchi, una ragazza
dal carattere forte e solare. E’ una militante
attivissima di Comunione e Liberazione. Le
indagini sono delicate e viene coinvolto
tra gli altri un prete. Una puntata del programma
di Enzo Tortora sul caso della Macchi spinge
la Magistratura a chiedere la prova del DNA.
Ma erano i primi esperimenti e la cosa non
funziona. Le indagini sembrano bloccarsi.
5. UN DELITTO A FIRENZE E’ il 24 marzo del
1995 un tipografo in pensione con una straordinaria
passione per l’arte viene ucciso da 27 coltellate
nel negozio/libreria di articoli religiosi
nel centro storico di Firenze dove lavora
saltuariamente. Questa storia più che un
giallo sembra essere un racconto di fantasmi:
Gianfranco Cuccuini e’ stato ucciso con certezza
tra le 8.30 del mattino e le 8.45 mentre
il negozio era regolarmente aperto, l’entrata
principale e’ rivolta su una strada estremamente
trafficata dov’e’ situata una fermata dell’autobus.
In quel brevissimo lasso di tempo inoltre
un prete dell’adiacente parrocchia era andato
a bussare ad una porticina laterale per ritirare
le ostie per la messa del giorno senza ottenere
risposta. Nessuno vede niente.
6. LA BOTTIGLIA DI ROSOLIO Un’insegnante
di musica, di 80 anni, viene ritrovata uccisa
con il cranio fracassato da una bottiglia
di rosolio e diverse coltellate. La signora
abitava in un vecchio palazzo disabitato
al centro di Milano. Sul tavolo da pranzo
ci sono due piccoli bicchierini da rosolio
con un residuo di liquore...
7. DUILIO. Roma
8. ELISA E PATRIZIO Una giovanissima coppia
di fidanzati, Elisa Marafini e Patrizio Bovi,
viene barbaramente uccisa da 170 coltellate
nell’appartamento del ragazzo. Lei: una ragazza
semplice, studiosa, figlia di un maresciallo
dei Carabinieri in pensione. Lui: un ragazzo
un po’ sbandato, sensibile e con aspirazioni
artistiche. Poco prima del delitto un appuntamento
tra il ragazzo e tre amici per una cena a
cui misteriosamente non si presenta nessuno.
9. MASSIMO. Aosta
10. MARA - IL DELITTO DELLA CAMERA CHIUSA
Viene ripercorsa una vicenda del 15 luglio
1993, quando a Todi una ragazza che stava
dormendo nella propria stanza fu colpita
da una coltellata al petto. La giovane riuscì
ad arrivare nella stanza del padre e a morire
tra le sue braccia. Nessuno sentì nulla,
nessuna traccia fu trovata.
11. MIMMO, GEMMA E ANGELA - Napoli e’ il
21 ottobre 1975, una ragazza di 19 anni sta
scrivendo al fidanzato mentre i genitori
cenano in cucina; poi buio fino a quando
alcuni parenti non riuscendo a mettersi in
contatto con la famiglia chiamano i vigili
del fuoco. Una strage avvenuta, un triplice
omicidio compiuto con un’indecifrabile ritualita’
ossessiva rimasta fino ad oggi avvolta nel
mistero.
12. MARIA LUISA Agosto 1990. Maria Luisa
de Cia, impiegata in una ditta che produce
accessori per calzature, viene trovata su
un sentiero di montagna nei pressi di S.
Martino di Castrozza, nascosta dietro un
masso. E’ stata uccisa da un colpo di pistola.
L’unica testimonianza e’ di una donna che
dice di averla vista salire su una macchina
di grossa cilindrata non molto lontana dal
luogo
Blu Notte (terza serie - 2000):
INTORNO A 'BLU NOTTE' di Carlo Lucarelli
Una volta si pensava che il giallo fosse
evasione, un piacevole passatempo per soddisfare
il piacere enigmistico di sapere chi e' stato.
Non e' vero, e non era vero neanche una volta.
Il giallo e' un bisturi affilato che taglia
e mette allo scoperto quello che sta sotto
la superficie apparentemente tranquilla e
coerente della normalita'. Un omicidio e'
un evento traumatico da sconvolgere completamente
una comunita', un ambiente sociale, una famiglia,
un individuo, e mettere in luce tutte le
contraddizioni anche nascoste. Di fronte
all'omicidio non si puo' fare finta, bisogna
cominciare a fare domande, tante domande
e soprattutto su quella meta' oscura delle
cose che di solito si cerca di dimenticare.
Per questo il giallo e' uno degli strumenti
piu' efficaci per raccontare, e dal momento
che racconta sempre cose che non avrebbero
mai dovuto succedere e' anche uno degli strumenti
narrativi piu' efficaci per denunciare.
E' quello che succede con i casi di BLU NOTTE,
che raccontano misteri, scavano dentro atmosfere,
e situazioni, portano alla luce storie di
provincia spesso non molto conosciute ma
sicuramente degne di riflessione. Gli strumenti
sono quelli del giallo, in tutte le sue forme:
la capacita' di catturare l'attenzione del
lettore e dello spettatore fin dal primo
momento, la forte tensione emotiva che accompagna
le sensazioni di paura, di orrore o sorpresa
e che serve a fare da veicolo per sentimenti
di pieta', rabbia, inquietudine o sollievo
che da queste storie dovrebbero nascere.
Il giallo in tutte le sue forme e in tutti
i suoi sottogeneri. Il classico mistero della
camera chiusa per i casi di Anna Laura Pedron,
uccisa a Pordenone mentre accudiva un bambino
di tre anni, o di Floride Cesaretti massacrata
nello scantinato di un college universitario
ad Urbino. Il thriller fantapolitico di casi
come quello di Christian Waldner, ucciso
con un fucile di precisione in un castello
di Bolzano, il noir metropolitano di Antonella
Di Veroli, uccisa nel suo appartamento alla
periferia di Roma, o quasi il gotico rurale,
come nel caso di Roberta Lanzino, scomparsa
sulla strada che porta al mare brutalmente
uccisa in un campo in provincia di Cosenza.
Ma anche il noir psicologico, come nel caso
di Agata Bornino, annegata nei pressi di
Salo', forse uccisa da qualcuno o forse da
se stessa e dal suo tormento interiore. O
il mistero dei misteri, il viaggio nell'orrore
e nella paura, la storia di un serial killer
lucido, brutale e tuttora enigmatico come
Gianfranco Stevanin. Queste e altre storie,
ognuna con un proprio riferimento letterario
ad aiutare una narrazione che conferma ancora
una volta una verita' tanto evidente da essere
diventata un luogo comune: che la realta'
supera di gran lunga la fantasia.
Rispetto alla passata edizione le differenze
non sono molte. Forse una narrazione piu'
veloce e serrata, con momenti descrittivi
(come la caratterizzazione della città) piu'
contenuti e integrati nella vicenda.
Quello che abbiamo cercato di mantenere intatto,
gelosamente, e' l'eredita delle precedenti
edizioni di MISTERO IN BLU E BLU NOTTE. Come
la squadra che lavora alla realizzazione
delle puntate, che a parte qualche prezioso
acquisto rimane sostanzialmente invariata,
o come la cura minuziosa nella ricostruzione
delle vicende e della loro dinamica, fatta
su atti giudiziari, consulenze di esperti,
interviste dirette e sopralluoghi compiuti
sempre personalmente e da tutti sul campo.
O come il rispetto, che finisce sempre per
diventare affetto, per il personaggio principale
della storia, la vittima, anche se questo
dovesse comportare la rinuncia a particolari
eclatanti e di sicuro effetto. Carlo Lucarelli
INTRODUZIONE
Lo scrittore di romanzi gialli Carlo Lucarelli
torna ad occuparsi di intricati casi di delitti
rimasti insoluti, nell'edizione 2000 di "Blu
notte" che Raitre propone da martedi
3 ottobre alle 23.10.
Anche quest'anno la figura centrale di "Blu
notte" e' Carlo Lucarelli che ci racconta
misteriose storie italiane con grande capacita'
affabulativa, proponendole al telespettatore
con il ritmo incalzante del racconto, fatto
di pause, accelerazioni, musicalita'.
Tredici delitti, tredici casi, tredici percorsi
narrativi originali attraverso i quali Lucarelli
ci conduce all'interno di storie "nere"
irrisolte, per indagarne le motivazioni recondite,
le ipotetiche ma possibili ragioni di gesti,
di fatti, altrimenti destinati a restare
senza spiegazione. Anche se il programma
privilegia i delitti che hanno come sfondo
la provincia italiana, storie che trovano
uno spazio quasi sempre da "trafiletto"
nei mezzi di comunicazione ma che offrono
la possibilita' di mostrare scenari di un'Italia
spesso poco conosciuta, questa nuova serie
e' puntellata da eccezioni che confermano
la regola. E' stata infatti affrontata la
eclatante storia del giovane politico Christian
Waldner, assessore regionale alto-atesino,
che viene trovato morto nel residence dove
vive e lavora e la allucinante vicenda del
serial killer Gianfranco Stevanin che agisce
indisturbato per anni prima di essere arrestato
nel 1994. Una puntata sara' inoltre dedicata
ad una delle storie nere piu' complesse e
inquietanti che gli italiani ricordino, che
inizia nel 1933 con la morte di una cameriera
di un albergo di Alleghe e si conclude nel
1962 con il processo a quattro imputati per
un quadruplice omicidio.
La struttura del programma e' cosi' articolata:
il racconto di Lucarelli, filo conduttore
di ogni puntata, e' sostanziato da sequenze
di fiction che ricostruiscono i momenti salienti
della storia che viene raccontata, da brani
di interviste a parenti e amici delle vittime,
o ai protagonisti delle indagini che sono
state svolte alla ricerca della verita'.
Immancabili naturalmente l'incontro di Lucarelli
con i due giornalisti - investigatori Alessandro
Riva e Lorenzo Vigano' nei luoghi dove e'
avvenuto il delitto e il capitolo dove Silio
Bozzi, il Commissario della Polizia Scientifica,
offre interessanti spunti investigativi,
che il conduttore utilizza per tirare le
fila della vicenda e concludere la puntata.
1. ANTONELLA, UNA DONNA SOLA - Antonella
Di Veroli - Roma 12 Aprile 1994 Una donna
tutta sola Non più giovane, non bella, un
caratteraccio. Ma era tutta qui Antonella
Di Veroli, 47 anni, una vita equamente divisa
tra casa e lavoro? No, non era solo questo.
Gran lavoratrice, appassionata del suo mestiere
di commercialista e consulente del lavoro;
un carattere duro ma solo in superficie;
una fermezza e - forse - un'arroganza di
facciata, a proteggere le fragilità di una
donna sola con n cuore ancora di ragazza,
tutto teso alla ricerca di un equilibrio
affettivo: un amore, una famiglia. Un desiderio,
una speranza un'esigenza destinati a non
compiersi mai perché il destino le riserva
una fine tragica. La ritroveranno proprio
dentro casa sua, sigillata in un armadio
a muro, uccisa con due colpi di pistola.
2. GIANFRANCO STEVANIN - Casello autostradale
di Vicenza Ovest 16 Novembre 1994 Indagine
su un serial killer Vicenza Ovest, 16 novembre
1994. Una macchina con a bordo una coppia
si ferma al casello dell'autostrada; mentre
l'uomo paga il pedaggio, la donna, Gabriele
Muesger, apre la portiera e corre verso la
volante della Polizia che svolge il suo servizio
al casello. Quell'uomo e' Gianfranco Stevanin
e dietro quella sbarra autostradale si spalancano
le porte dell'inferno. Cosa scatta nella
mente di un uomo e fa di lui un serial killer?
Che cosa deve succedere perche’ un giovane
elegante, benestante, mediamente colto, eccezionalmente
acuto e dotato di rigorosa logica, perfino
gentile, si trasformi a tratti in un mostro
omicida completamente privo di emozioni?
Perche’ un uomo che ama le donne, che ricorda
di averle cercate, di essersene perfino innamorato,
poi le uccide, le fa a pezzi e le nasconde
nel giardino di casa?
3. IL DELITTO DI VIA COLVERA Pordenone, 2
febbraio 1999. Al quarto piano di un palazzo
un bimbo piange disperatamente. La sua baby
sitter, Anna Laura, 21 anni e un sorriso
dolcissimo, non può sentirlo. È riversa sul
tavolino del salotto, qualcuno l’ha strangolata
con un mezzo metro di nastro telato....
4. CHRISTIAN WALDNER. DELITTO AL CASTELLO
Bolzano, 17 febbraio 1997. Christian Waldner,
consigliere regionale ed ex giovane promessa
della Suedtiroler Volkspartei, giace supino
sul pavimento del suo studiolo dietro la
reception del residence dove vive e lavora.
A stenderlo sono stati 5 colpi di fucile
calibro 22. Chi l’ha ucciso e perche’? C’e’
un movente politico o va cercata altrove
la ragione di questa morte? Peter Paul Rainer,
amico fraterno e compagno di tante battaglie
ideologiche confessa; ma poi ritratta e le
indagini ripartono da zero. Fino ad un nuovo
colpo di scena.
5. FLORIDE. Urbino
6. SUSY. Siracusa
7. L'ULTIMO VIAGGIO DI ROBERTA Cosenza 26
luglio 1988. E’ piena estate, una ragazza
corre in motorino verso il mare. Ma il suo
destino l’aspetta ad un bivio: sbaglia una
svolta e sparisce nel nulla. La ritroveranno
violata e barbaramente assassinata, in una
scarpata a pochi metri da quella strada che
doveva portarla al mare.
8. I MISTERI DI ALLEGHE. Belluno
9. ENZO. Sabaudia - Latina
10. AGATA. Coglio di Vobarlo - Brescia
11. PROF. KLINGER. Milano
12. LUIGI. Sant'alberto - Ravenna
13. AURORA. Palermo
Blu Notte Misteri Italiani (Quarta serie)
Di Carlo Lucarelli, Giuliana Catamo, Paola
De Martiis Condotto da Carlo Lucarelli Consulenza
di Francesco La Licata, Guido Ruotolo, Vincenzo
Vasile, Nicola Biondo Regia di Daniele Cini,
Stefano Chimisso, Lorenzo Hendel, Alessandro
Patrignanelli, Fabio Sabbioni
Dai delitti rimasti insoluti ai grandi misteri
italiani, Carlo Lucarelli torna su Raitre
per raccontare, come in un libro giallo,
enigmi che hanno segnato la storia del nostro
paese e non hanno ancora trovato risposta.
Blu Notte quest'anno cambia. Ma solo in parte.
Carlo Lucarelli e il suo gruppo di lavoro
hanno applicato il metodo di Blu Notte ai
grandi misteri d'Italia, ad alcune vicende
della storia italiana mai dimenticate ma
mai del tutto chiarite. Si parte da un mistero
concreto, da un delitto eccellente, per scandagliarne
minuziosamente la dinamica, i risvolti investigativi
e processuali attraverso una rigorosa documentazione.
Ma la vicenda umana individuale della vittima
trascina lo spettatore di questa nuova serie
a ricordare, a conoscere, ad approfondire
un periodo storico con le tensioni, i conflitti
e le intrigate problematiche ad esso intimamente
connessi. La tecnica di racconto non è giornalistica
ma narrativa, sono stati infatti utilizzati
tutti gli espedienti del genere giallo come
la suspense, il mistero, il colpo di scena,
per raccontare queste storie con il ritmo
incalzante di un romanzo. Ancora una volta
Carlo Lucarelli proporrà, con la sua straordinaria
capacità affabulativa, le storie dei misteri
italiani seguendo un ritmo narrativo con
la punteggiatura e la musicalità proprie
di un racconto. Tra i casi che il programma
affronterà:
1. Caso Sindona Commercialista, avvocato,
amministratore di enormi beni di dubbia origine,
finanziatore di golpe e spregiudicato finanziere
legato alla CIA e alla P2, la storia di Michele
Sindona attraversa le pagine più oscure della
storia italiana, dallo sbarco alleato in
Sicilia fino agli scandali finanziari degli
anni ottanta. Il mistero della sua morte,
che ancora non è stato svelato, rimane strettamente
legato ai segreti della finanza illegale
italiana ed internazionale e al riciclaggio
dei proventi della mafia siculo-americana.
2. Caso Campagna Il 12 dicembre 1985 Graziella
Campagna, una ragazza di diciassette anni,
viene rapita e uccisa a Villafranca Tirrena,
un piccolo paese in provincia di Messina.
Era l’anno del maxiprocesso alla mafia e
l’omicidio di una ragazza qualunque, non
fece notizia. Graziella, ignara, si e’ trovata
invece al centro di una delle piu’ importanti
connection mafiose che verra’ alla luce molti
anni dopo la sua morte, in una provincia
in cui si credeva che la Mafia davvero non
esistesse: a Messina, la provincia “babba”.
3. Caso Castellari E’ il febbraio del 1993.
L’inchiesta Mani Pulite sta decapitando i
massimi vertici politici ed economici con
arresti, avvisi di garanzia, perquisizioni.
Tra questi c’e’ Sergio Castellari, importante
manager di Stato ed ex direttore generale
del Ministero delle partecipazioni Statali.
Ha gia’ subito un interrogatorio e ha paura
di essere arrestato. Scompare per qualche
giorno e scrive delle lettere ai familiari
e ai giornali. Viene trovato cadavere nei
pressi di Roma il 22 febbraio 1993. Omicidio
o suicidio? Che cos’era che preoccupava cosi’
tanto Castellari da spingerlo alla morte?
4. Caso Gioia Tauro Per quasi trent'anni,
il deragliamento di un treno carico di pendolari
nei pressi di Gioia Tauro, in Calabria, è
stato considerato come un incidente. E' stata
una strage, invece, e non isolata. A tutti
gli effetti, essa, infatti, va ricondotta
nell'ambito della "strategia della tensione"
con l'apporto determinante del neofascismo
e della 'ndrangheta, i veri gestori della
rivolta di Reggio Calabria, scoppiata venti
giorni prima della strage. Ma quel patto
scellerato non doveva essere reso pubblico,
come forse stavano per fare 5 ragazzi anarchici
La loro morte, tuttora avvolta nel mistero,
è forse servita a far tacere uno dei primi
e più riusciti tentativi di "controinformazione"
alla ricerca della verità?
5. Caso Ammaturo Antonio Ammaturo, capo della
Mobile di Napoli, viene ucciso da un commando
delle Brigate Rosse il 15 luglio 1982. Nessuno
dei suoi killer riuscirà mai a spiegare compiutamente
il motivo di quell’agguato.Il poliziotto
aveva tra le mani un’indagine scottante.
Ammaturo era veramente in possesso di un
misterioso plico di cui si sono perse completamente
le tracce?
6. Caso Uno Bianca Chi erano veramente i
componenti della Uno Bianca? Fanatici razzisti,
rapinatori pieni di scrupoli, schegge impazzite?
Dopo quasi dieci anni di terrore scatenato
nell'ex isola felice dell'Emilia Romagna
tra il 1985 e il 1994, quattro processi con
condanne pesantissime, rimangono molti dubbi.
La reale motivazione che ha spinto i fratelli
Savi i loro complici, quasi tutti poliziotti,
a compiere 26 omicidi e più di 100 feriti
per un bottino irrisorio, è rimasta oscura.
Così come le protezioni di cui hanno goduto,
forse troppe per dei semplici rapinatori.
C'era una mente dietro quella follia sanguinaria?
7. Caso Calvi Roberto Calvi riuscì a trasformare,
in pochi anni, una banca di piccole dimensioni
come l’Ambrosiano in una delle più agguerrite
banche d’affari del mondo fino all’inevitabile
crack, il più grave della storia italiana.
Il 18 luglio 1982 il banchiere Roberto Calvi,
presidente del Banco Ambrosiano, viene trovato
impiccato ad una trave sotto il ponte Blackfriars
di Londra: si e’ suicidato per il fallimento
ormai incombente o e’ stato ucciso da qualcuno
che poteva trarre vantaggio dalla sua morte?
8. Caso Mattei Per decenni la morte di Mattei,
che avvenne nell’ottobre 1962, è rimasta
un mistero. Oggi è possibile affermare che
a bordo dell’aereo del Presidente dell’ENI
c’era una bomba assai sofisticata e che le
indagini ufficiali vennero pesantemente inquinate
per accreditare l’ipotesi dell’incidente.
Ma chi era e cosa voleva Mattei? Il suo progetto
principale era quello di sottrarre alla morsa
delle compagnie petrolifere americane i paesi
produttori di greggio del Mediterraneo e
del Medio Oriente, appoggiando i tentativi
di decolonizzazione, anche attraverso colpi
di Stato. Ancora oggi la figura di Mattei
fa discutere: fu davvero un industriale illuminato
e lungimirante o un uomo di potere che per
realizzare i suoi progetti non indugiava
a corrompere il sistema politico ? Ma soprattutto
chi voleva la sua morte e chi ne ha guadagnato?
9. Caso De Mauro Settembre 1970. A Palermo
scompare Mauro De Mauro, uno dei giornalisti
del quotidiano L’Ora, proprio mentre sta
ricostruendo, per conto del regista Francesco
Rosi, le ultime ore di vita di Enrico Mattei.
Sono passati 30 anni e neanche i pentiti
di mafia hanno fatto luce su questa misteriosa
scomparsa.
10. Caso Gioè E’ il 28 luglio 1993. Cosa
Nostra continua la sua strategia terroristica
colpendo al cuore lo Stato. In quelle stesse
ore il mafioso Antonino Gioè,detenuto a Rebibbia
in isolamento, scrive poche righe in cui
annuncia il suicidio:”Io rappresento la fine
di tutto”. Viene ritrovato impiccato alcune
ore dopo. Gioè, legato ai corleonesi, era
accusato di aver preparato la strage di Capaci,
in cui perse la vita Giovanni Falcone. Cosa
significa quella frase e a chi è diretta?
Forse ha preferito uccidersi invece di pentirsi.
Di sicuro era a conoscenza degli aspetti
più segreti della guerra tra Stato e Mafia.
IL LATO OSCURO DELLE COSE
di Carlo Lucarelli
“Diceva Glauser, il Simenon svizzero, che
il giallo è un “ottimo mezzo per dire cose
sensate”. La struttura del giallo, del noir,
del thriller, comunque lo si voglia chiamare,
si è rivelata da tempo una struttura narrativa
efficacissima, una macchina quasi perfetta,
per raccontare la metà oscura delle cose,
dicendo cose sensate in modo appassionante.
Non è detto che questa metà oscura debba
riguardare soltanto un cuore, una casa o
una città, come accade nei “delitti privati”
che i gialli alla Agatha Christie – e le
precedenti edizioni di Blu Notte – hanno
raccontato. Si può applicare il metodo anche
ai grandi misteri, quelli che coinvolgono
una comunità, una nazione, un epoca addirittura.
“American Tabloid” di James Ellroy, ne è
un esempio.
Per questo abbiamo cercato di allargare l’orizzonte
dei casi trattati, applicando il metodo narrativo
del noir –la tensione, la suspense, il mistero-
e quello di Blu Notte –solo quello che è
provato, solo quello che c’è nelle carte,
per quanto è possibile sapere, senza inventarsi
niente- ad alcuni dei più grandi misteri
italiani. Misteri importanti, misteri da
romanzo, nonostante l’abitudine a sentirseli
nominare possa provocare un moto di fastidio
– oddio, ancora quello- a persone di una
certa età, e indifferenza – chi? Mai sentito
- a persone più giovani.
Le solite cose, cose vecchie… non c’è niente
di meno vero. Ci sono misteri nella storia
d’Italia che purtroppo non hanno niente da
invidiare ai romanzi di John Le Carrè o ai
film tratti dai libri di Grisham. Personaggi
incredibili che sarebbero inverosimili anche
in un romanzo di Ellroy. Trame, plot e subplot
che nemmeno ad Hollywood. E assieme a questo,
pezzi di storia, tra i più importanti anche
se tra i meno conosciuti, che hanno contribuito
a fare l’Italia e che devono essere raccontati
non solo perché sono narrativamente “belli”
ed “efficaci” ma soprattutto perché sono
importanti, edificanti o spaventosi.
La sfida era questa, dire “cose sensate”
con l’emozione del giallo su alcuni dei più
incredibili Misteri Italiani
Il Mistero dei Misteri in TV
Carlo Lucarelli – L'UNITA' – 20/12/2001:
Una domanda, ma 'sto cardinale Marcinkus
l'ho sentito nominare in casi sempre loschi,
ma chi è?
Il modo di scrivere è quello veloce
e senza
pause di chi è abituato a e-mail, newsgroup
e messaggini telefonici e anche l'indirizzo
di posta elettronica ha uno pseudonimo
che
fa pensare ad una persona molto giovane.
E' una delle tante mail che sono arrivate
alla redazione di Blu Notte, e io la
considero
una delle più belle, anche se a vederla
così,
con quella ammissione di storica e
civile
ignoranza, dovrebbe dare paura. A me,
invece,
riceverla ha fatto piacere, e mi ha
dato
anche un certo conforto.
Quando abbiamo cambiato la formula
di “Blu
Notte” in quella di “Blu Notte-Misteri
d'Italia”
ci siamo chiesti dove saremmo andati
a finire.
In tre anni di efferati delitti irrisolti,
tutti molto importanti ma anche tutti
molto
“privati”, ci eravamo costruiti un
pubblico
affezionato che nonostante l'ora ci
portava
anche al 16%. O meglio, per non ragionare
in biechi termini di audience, un pubblico
che ci scriveva lettere e e-mail di
entusiastica
approvazione e che quando riconosceva
me,
il commissario Bozzi o Alessandro Riva
e
Lorenzo Viganò, ci fermava per la strada
e ci diceva bravi. Ancora di più, un
pubblico
formato da parenti delle vittime che
poi
telefonava per ringraziarci per quello
che
avevamo fatto. Molti dei nostri telespettatori,
lo sapevamo, erano appassionati di
giallo,
giallo classico alla Hitchcock, pieno
di
quella tensione concentrata che solo
un delitto
“privato”, da camera chiusa o da serial
killer,
riesce pienamente a dare.
Altri, invece, e sapevamo anche questo,
erano
semplicemente appassionati di sangue
e forti
emozioni da cronaca vera. Passare ad
altri
delitti, altrettanto efferati e irrisolti
ma “pubblici”, che effetto avrebbe
avuto?
Un caso come quello di Michele Sindona,
per
esempio, o quelli di Roberto Calvi
o Enrico
Mattei. Complicati , difficili da raccontare
e da capire. Più lontani dall'esperienza
comune (e quindi da quella dose di
identificazione
necessaria per provare paura o inquietitudine)
dell'omicidio di un'anziana signora,
di una
comune ragazza o di un semplice impiegato.
Con quel senso di già visto, già sentito
e già nominato che tutte le grandi
storie
come queste si portano dietro.
Poi arriva la mail di Ferruccio da
Matera:
“Il mio neonato interesse per moltissimi
fatti di cui non conoscevo praticamente
nulla
spero sia condiviso da moltissimi italiani”.
Quella di Eugenio, da Reggio Calabria,
sulla
strage di Gioia Tauro e i cinque ragazzi
anarchici morti in uno strano incidente
stradale:
“Sono rimasto sbalordito proprio perché
non
ne avevo mai sentito parlare”. E Davide,
dopo aver visto la storia di Michele
Sindona:
“Ho 18 anni e purtroppo appartengo
ad una
generazione a cui niente fa più paura.
Davanti
ad un film dell'orrore sono frequenti
gli
sbadigli, siamo abituati a tutto. Eppure
stasera ho avuto più volte dei brividi.
Brividi
di paura”. E tanti altri, come Vincenzo,
di 25 anni, Rossano di 32 (che esprime
il
suo interesse per “fatti, risvolti
e oscuri
accordi di questo strano paese”), Anna
Maria
(che invece di “misteri” li chiama
“verità
nascoste”) e di Mau, grande: “Ma 'sto
cardinal
Marcinkus, l'ho sentito nominare in
casi
sempre loschi, ma chi è?”.
Ne ho citate solo qualcuna, ma sono
tante
le mail, le lettere o anche solamente
le
strette di mano e le pacche sulla spalla
che ho ricevuto da gente nata prima
del 1970.
Gente che le cose non le sa, o non
le ha
capite bene, ma che vuole saperle e
vuole
capirle. Non colleghi scrittori e giornalisti,
intellettuali o anche solamente cittadini
informati, incuriositi dal mio riassuntone
narrativo di una storia nota e magari
un
pò dimenticata, o interessati a quelle
a
quelle schegge di verità nuove trovate
da
segugi di razza come Francesco La Licata,
Vincenzo Vasile, Guido Ruotolo e Nicola
Biondo.
Ragazzi giovani, anche molto giovani,
che
hanno aspettato quasi mezzanotte, si
sono
visti la puntata e poi hanno scritto.
Come
Re Lucertola, che forse sentiva proprio
Jim
Morrison quando ci ha scritto “salve
sono
una ragazzo di 16 anni vi seguo dall'anno
scorso siete mitici”, anche lui senza
virgole
e senza pause.
Anche quasi tutto il resto del pubblico
ci
è rimasto fedele, sia quello dei giallisti
(la storia di Enrico Mattei, in fondo,
cos'ha
da invidiare ad una trama di Tom Clancy?,
e la Uno Bianca a James Ellroy?) che,
in
parte, quello dei “sanguigni”, come
Diego,
“appassionato di delitti efferati,
stragi
di stato e serial killer”, e di questo
siamo
contenti.
L'unica cosa che ci è dispiaciuto,
invece,
è che non si è arrabbiato nessuno.
Non dico
a livello di querele o di pallettoni
contro
la macchina, per carità, va benissimo
così.
Però...forse siamo stati così bravi
e così
poco faziosi che tutto quello che abbiamo
detto e mostrato era oggettivamente
inoppugnabile.
O forse non abbiamo detto niente di
così
grosso, costretti da un'autocensura
di metodo
(niente che non sia provato, niente
che possa
sembrare fazioso) e di forma (le mie
esigenze
di ritmo narrativo e quelle della comprensione
della storia). O di così nuovo (anche
se
grazie ai sunnominati segugi un po'
di cose
inedite le abbiamo dette): in fondo,
che
l'attuale ministro per l'Attuazione
del programma
fosse amico di Carboni e fosse intervenuto
in Parlamento a favore di una delle
banche
legate a Calvi era una cosa che si
sapeva
già. Ma che i nostri under '70 non
hanno
fatto a meno di notare con il giusto,
indignato
imbarazzo: “Scusate, ma Pisanu è quel
Pisanu?”.
Da parte degli interessati, invece,
nessuna
reazione. Meglio così. Forse.
Qualche settimana fa, per esempio,
ero sul
treno che da Roma andava a Bologna,
quando
ho visto un tipo strano. Giovane, ben
messo,
con gli occhiali scuri e la giacca
aperta,
sembrava una guardia del corpo, e più
dall'atteggiamento
che dall'aspetto. Guardava a destra
e a sinistra
come se cercasse il posto giusto per
qualcuno
e infatti era seguito da un signore
distinto,
vestito di nero, sulla cinquantina.
Il ragazzo
mi supera, il signore mi vede, gli
fa cenno
di fermarsi, mi dice “scusi, ma lei
è Lucarelli?”,
e poi “ho visto tutte le sue trasmissioni.
Quella su Sindona...bellissima. E poi,
è
tutto vero...sono un amico di Licio
Gelli”.
Così mi stringe la mano e se ne va.
Che avessimo cambiato pubblico passando
da
“Blu Notte” a “Blu Notte-Misteri d'Italia”
lo sapevo, ma che l'avessimo allargato
così
tanto non lo avrei proprio immaginato.
Il protagonista di Blu notte e giallista
racconta:
"Via Poma è un caso difficile, con tante
zone d'ombra"
Lo scrittore Carlo Lucarelli: "Così
nasce il delitto perfetto"
E a Siracusa l'assassino di un omicidio irrisolto
ha seminato indizi per la troupe della Rai
di MASSIMO VINCENZI
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ROMA - Se non è un indagatore dell'incubo
come Dylan Dog, Carlo Lucarelli ci va vicino:
si muove più semplicemente dentro i misteri
della cronaca nera italiana, che spesso superano
la fantasia. Sopra ai casi non risolti, lo
scrittore di Parma ha costruito una trasmissione,
Blu Notte su Raitre che riprenderà in autunno
con un nuovo ciclo: indagini parallele, sguardi
curiosi su quei crimini dove la faccia dell'assassino
non si è mai vista. Come quello di Francesca
Alinovi a Bologna o quello della tassista
di Siena. O quello di Simonetta Cesaroni,
la ragazza uccisa in via Poma dieci anni
fa. Il classico delitto perfetto, dove qualcuno
come Dylan Dog avrebbe fatto comodo. L'autore
di "Almost blue" e "Guernica"
non si tira indietro e partendo da quella
storia lontana dell'estate romana prova a
raccontare come un crimine diventa un giallo.
Con alcune scoperte inquietanti.
Tra i tanti casi che lei ha ricostruito nel
suo programma come mai manca quello di via
Poma?
"Non è stato possibile, perchè non abbiamo
potuto accedere alla documentazione necessaria
e per un delitto così complicato come quello,
senza questi dati fondamentali era inutile
ogni sforzo".
Da esterno appassionato però un'idea se la
sarà fatta...
"Con gli elementi che uno ha in mano
leggendo solo i giornali è impossibile formulare
ipotesi: sono tutte possibili. Di certo alcuni
dettagli strani mi hanno colpito".
Per esempio?
"Di che cosa si occupasse esattamente
quell'ufficio, cosa c'era nel computer, cosa
c'era nei minimi dettagli dentro la stanza.
Ci sono alcune anomalie che contribuiscono
ad intorbidire ancora di più le acque".
Cosa trasforma un episodio di cronaca in
un mistero, in un giallo irrisolto?
"Gli elementi sono tanti. Innanzi tutto
i casi sono difficili, intricati, pieni di
zone oscure. Non è come nei romanzi dove
le prove vengono create ad arte e tutto si
risolve come per magia, la realtà purtroppo
è più complessa. Le impronte digitali per
esempio sono difficilissime da rilevare:
basta una superficie zigrinata e tutto è
inutile. Ci sono poi i costi economici delle
indagini: l'esame del Dna è carissimo, attorno
ai due milioni, e gli investigatori non lo
possono usare in continuazione. Poi qualche
volta la polizia sbaglia oppure l'assassino
ha fortuna".
In via Poma secondo lei ha sbagliato la polizia?
"Difficile da dire, ma mi sembra che
qualche errore sia stato compiuto, soprattutto
nella prima fase dell'inchiesta, quella del
sopralluogo dell'appartamento. Ma queso è
un problema generale in Italia, perché manca
la cultura del congelamento del luogo del
crimine. In Inghilterra, per esempio, questo
è un principio sacro, da noi invece attorno
al cadavere si muovono mille persone e tutto
è più difficile. Dopo tutto i nostri carabinieri
e poliziotti sono più bravi nel controllo
del territorio, dipende proprio dalla cultura
dell'indagine".
Come mai alcuni delitti restano impressi
nella memoria collettiva?
"Ne parlavo in questi giorni con i miei
amici a proposito proprio di via Poma. Una
spiegazione razionale non c'è: entrano in
gioco elementi come la vita della vittima,
la scena del delitto, il contesto generale.
Per esempio conta molto se un omicidio irrisolto
avviene dove non te lo aspetti: nel centro
di una metropoli, in un tranquillo paese
di provincia, in una stanza chiusa. Soprattutto
la stanza chiusa colpisce perché dentro dovrebbe
esserci tutto quello che serve per scoprire
il colpevole invece il suo volto è l'unica
cosa che manca".
Quali sono i casi che l'hanno colpita di
più?
"Di sicuro quello di Francesca Alinovi,
la ricercatrice del Dams assassinata a Bologna
negli anni Ottanta, proprio perché ha quasi
tutti gli elementi che dicevo prima. Poi
quelli di Lidia Macchi e Annalisa Pedron
due ragazze di Varese e Pordenone".
Nelle sue indagini parallele hai mai risolto
il rebus?
"Io e i miei collaboratori, alcuni sono
poliziotti, in tre situazioni abbiamo trovato
indizi tali che la magistratura ha riaperto
le inchieste".
Quali sono?
"Non posso dirlo perchè c'è il segreto
istruttorio e ci hanno chiesto di non svelare
niente. Nell'ultima serie però ci è successo
qualcosa di ancora più inquietante...".
Cioè?
"A Siracusa stavamo ricostruendo un
delitto di una ragazza e l'assassino ci ha
fatto ritrovare gli indumenti della vittima
che erano scomparsi. La polizia li cercava
da tempo e sono stati trovati in un pascolo
proprio il giorno che noi siamo andati là
per le riprese. Qualcuno sapeva che saremmo
andati là e ha voluto darci, in particolare
dare alla televisione, questa traccia, questo
segnale".
(7 agosto 2000)
Riportiamo qui di seguito la sceneggiatura
di un caso trattato nella prima serie.
Francesca (Il caso "Alinovi")
Bologna - 12 giugno 1983
Lucarelli, in studio: ci sono casi, nella
cronaca, che anche a distanza di anni, anche
quando sembrano risolti e non c’è più niente
da fare, restano nella testa della gente
e di un’intera città e continuano a bruciare
con le stesse domande di allora: chi è stato? come? e perché?
Il caso che raccontiamo questa sera, il Caso Alinovi, è uno di quelli. A distanza di anni, poliziotti,
avvocati e testimoni, quando ne parlano,
si scaldano e urlano come se fossero ancora
in questura o in corte d’appello, con lo
stesso coinvolgimento emotivo di allora,
la stessa passione.
E lo stesso mistero.
In teoria il caso Alinovi è risolto, esiste
un colpevole, condannato in varie istanze,
che deve scontare dodici anni per omicidio
preterintenzionale, eppure, eppure… ecco,
se fosse un giallo, il caso Alinovi sarebbe
come "Prima di Mezzanotte" di Andrew
Klavan o "Io ti salverò" di Alfred
Hitchock… abbiamo un colpevole, tutto è chiaro,
il caso è chiuso, però, però… c’è qualcuno
che non è convinto. C’è qualcosa che non
torna.
Proviamo a raccontarlo. Facciamo un passo
indietro e andiamo là dove è iniziato tutto.
Nel cuore di Bologna. In uno dei vicoli del
centro.
FILMATO N.1 : ARRIVO IN VIA DEL RICCIO.
15 giugno 1983.
Sono le sette di sera e fa caldo perché il
pomeriggio è stato afoso, uno di quei pomeriggi
in cui il calore sale dalle pietre delle
case e ristagna sotto i portici fino a tardi,
troncando il respiro.
Via del Riccio numero 7, poco più di un vicolo,
nel centro di Bologna.
Un’auto dei Vigili del Fuoco si ferma all’imboccatura
della strada. Osservati da un gruppetto di
curiosi, i pompieri appoggiano la scala al
muro di una casa, salgono fino al secondo
piano ed entrano da una finestra aperta.
Attraversano la camera da letto ed entrano
nel salotto, poi, all’improvviso, uno di
loro torna indietro, corre alla finestra,
si affaccia sul vicolo e grida di chiamare
il 113.
FILMATO NUMERO N.2: luogo del delitto
lUCARELLI IN STUDIO (F.C)
A terra, davanti ad una poltrona, in un salotto
pieno di quadri, libri e dischi, c’è una
donna. E’ vestita, indossa scarpe rosse,
pantaloni, una maglietta a righe e un giubbetto,
anche se è estate. E’ coricata su un fianco,
sulla moquette e ha la testa coperta da due
grandi cuscini.
C’è sangue, non molto ma ce n’è: a terra,
sullo schermo di un televisore, su un muro
lontano, attorno ad un interruttore. E sulla
moquette.
Perché la donna è morta, trafitta da quarantasette
coltellate.
LUCARELLI, IN STUDIO:
Sul posto, come nei romanzi gialli, arriva
il capo della Mobile di Bologna, il commissario
Gaetano Chiusolo, con gli agenti della Omicidi
e arrivano anche i fotografi della scientifica
e il medico legale che esamina subito quello
stranissimo, impressionante massacro.
Sì perché la donna è stata uccisa con 47
pugnalate, ma sono pugnalate microscopiche,
piccoli colpi, profondi poco più di un centimetro
e nessuno mortale, a parte uno, al collo,
che ha reciso la giugulare. Sono colpi strani,
quasi tutti concentrati sul lato destro del
corpo, soltanto il destro, alla gamba, al
braccio, al collo e qualcuno sulla schiena,
inferto da angolazioni diverse, a raggera,
secondo una logica apparentemente assurda,
da film del terrore. Perché?
A parte i colpi, nell’appartamento non ci
sono segni di lotta. Neppure i vicini, nonostante
via del Riccio sia solo un vicolo e le finestre
fossero tutte aperte per il caldo, hanno
sentito niente. La porta è chiusa, anche
se con il semplice scatto della serratura
e non presenta tracce di efrazione. Dall'appartamento
non manca nulla di importante, tranne un
piccolo asciugamani, qualche spicciolo, uno
specchietto e un coltello da cucina.
Nel bagno, invece, c’è qualcosa di strano.
Un paio di occhiali, un paio di rayban a
goccia come andavano allora, graduati, a
specchio, con una lente sfilata.
FILMATO NUMERO 3: LA SCRITTA SUL VETRO.
VOCE LUCARELLI (F.C.)
E soprattutto, scritta sul vetro di una finestra,
con un pennarello, c’è una frase: Your not alone, anyway. L'inglese è scorretto, ma la traduzione
suona in modo inquietante: comunque non sarai mai sola.
Sì, però quella scritta… no, dopo. Vediamoli
dopo i però. Per adesso seguiamo le indagini.
Anche il nome della vittima, che gli agenti
della prima radiopattuglia intervenuta leggono
sul tesserino ferroviario trovato in una
borsa, contribuisce a complicare le cose.
Perché la vittima non è una persona qualunque
è "Alinovi Francesca, nata a Parma,
di anni trentacinque", bella e stravagante
intellettuale d'avanguardia, critica di fama
internazionale e assistente di Estetica al
DAMS di Bologna.
FILMATO N. 4: FRANCESCA.
LUCARELLI, IN STUDIO:
Francesca Alinovi vive tra Bologna e New
York, dove porta le suggestioni colorate
dei Graffitisti americani e coordina un gruppo
di giovani artisti, gli Enfatisti, che fanno
capo alla galleria d’arte Neon. La ricordano
due artisti del gruppo, Valeria Modica e
Gino Giannuizzi e il gallerista Bartolomeo
Maria Di Gioia, uno dei fondatori del Circolo
Artistico di Bologna.
FILMATO N.4bis: INTERVISTE E RITRATTI DI
FRANCESCA
LUCARELLI, IN STUDIO:
"Uno dei migliori critici della sua
generazione", come la definisce il critico
d’arte Renato Barilli, attiva e controcorrente,
docente in una facoltà un po’ maledetta come quella del Dams di Bologna, dove si
insegna a diventare critici, attori, pittori,
artisti...
FILMATO N.5: FOTOGRAFIA DI FRANCESCA.
VOCE LUCARELLI (F.C.)
una tipa strana, con i capelli sparati in
un taglio dark, come si usava allora, lo
sguardo curioso, all’angolo degli occhi truccati
di nero e quel sorriso ironico che ha sempre
nelle foto. Inquieta e tormentata.
Bellissima, Francesca.
La vittima ideale per un romanzo giallo.
LUCARELLI, IN STUDIO:
Francesca Alinovi è il primo personaggio
della nostra storia. Adesso ci vuole il secondo.
C’è stato un omicidio. C’è una donna assassinata.
Ci vuole un assassino.
Le indagini della polizia si orientano subito
sull’ambiente che frequentava la vittima.
Tra l’altro, Francesca Alinovi non ammetteva
facilmente degli estranei nel suo appartamento,
lei che si affacciava alla finestra sulla
strada quando suonavano il suo campanello
e quindi è facile che ad ucciderla sia stata
una persona conosciuta.
Dalle prime testimonianze, per esempio quella
di Marcello Iori, un pittore amico di Francesca,
l’uomo che quel giorno aveva chiamato i vigili
del fuoco dopo che lei non aveva risposto
nè alla porta nè al telefono, salta fuori
subito lo strano rapporto che legava Francesca
Alinovi ad uno dei suoi studenti,
FILMATO NUMERO 5bis: FOTO CIANCABILLA E QUADRI.
VOCE LUCARELLI (F.C.)
un pittore di ventitrè anni, dalla personalità
complessa e affascinante, fragile e aggressiva,
con problemi di tossicodipendenza. Insomma,
un tipo strano, anche lui.
Francesco Ciancabilla.
Marco Girella, un giornalista di Bologna
che ha seguito il caso per noi, ha intervistato
Gaetano Chiusolo, il commissario della Squadra
Mobile che condusse le indagini sull’omicidio.
FILMATO NUMERO 6: INTERVISTA CHIUSOLO.
LUCARELLI, IN STUDIO:
A Bologna, Francesco Ciancabilla viene trattenuto
come testimone negli uffici della Questura.
Straordinariamente calmo e impassibile, parla
per due giorni con il magistrato e il commissario
Chiusolo, che lo porta anche sul luogo del
delitto. E’ l’ultima persona conosciuta ad
aver visto Francesca Alinovi da viva, dato
che la perizia del medico legale ne fa risalire
la morte a tre giorni prima del ritrovamento,
alla domenica del 12 giugno, tra le diciassette
e le ventidue.
FILMATO N.7: PARTENZA TRENO.
Con Francesca, dice Ciancabilla, ha passato
quasi tutto il pomeriggio di domenica, fino
alle diciannove e trenta, quando è andato
alla stazione a prendere il treno delle 20
per Pescara.
LUCARELLI, IN STUDIO:
Alla stazione ha incontrato una sua amica,
Anna Agari, una morettina con gli occhiali
e un neo sul mento, all'angolo delle labbra,
a cui aveva dato appuntamento chiamandola
da casa della Alinovi. Anna, infatti, doveva
andargli a prendere due dosi di eroina, una
per se e una per lui, da farsi in Treno.
A Pescara, poi, era arrivato puntuale per
incontrare un'altra amica, Franca Memmo,
che lo aveva portato a casa. Alle sette e
mezzo, quando aveva lasciato via del Riccio,
dice Ciancabilla, Francesca era viva.
Ma per tutti, per il commissario Chiusolo,
per Marcello Iori e gli amici di Francesca,
per il giudice istruttore Daniela Magagnoli,
l’assassino è Francesco Ciancabilla. Anche
per l’avvocato della parte civile, Achille
Melchionda.
FILMATO N. 8: INTERVISTA MELCHIONDA.
LUCARELLI, IN STUDIO:
A inchiodarlo è una serie di indizi, strettamente
connessi tra loro. Intanto il rapporto che
lo legava a Francesca, un rapporto torbido
e morboso, che durava da più di due anni
e che lei raccontava in un diario.
FILMATO N.9: I DIARI.
VOCE LUCARELLI (F.C):
4 marzo 1981: "Sono innamorata di Francesco.
Sono incredibilmente innamorata del sosia
di me stessa. Gemelli. Lui è la versione
di me al maschile".
16 settembre: "Francesco non lo vedo
più e fra poco lo lascio. Una cosa destinata
a finire, anzi, mai iniziata".
2 agosto 1982: "Sono perdutamente innamorata.
Perdutamente, che significa: perdersi".
12 settembre: "Dire che sono infelice
è anche poco per esprimere la mia infelicità.
Continuare ad amare Francesco quando lui
non può amarmi. Sola, sola, sola, io da sola,
io che amo e non posso essere riamata".
E prima, il 20 dicembre 1981: "Faccio
il mio testamento di amore e di morte perché
ho sempre sentito l'amore come morte (e la
morte come amore?). Non voglio morire...
non posso amare...".
Brillante e volitiva come una grande critica,
ma anche fragile e triste come una sedicenne,
Francesca.
Con lui, con Ciancabilla, più giovane di
dodici anni, curato e lanciato da lei come
pittore a livello internazionale e sicuramente
invidiato da molti, Francesca non aveva mai
fatto l'amore, nonostante ci avesse provato
in tutti i modi. Litigano sempre, tutte le
volte che lei cerca di averlo, quando insiste
perché smetta di drogarsi. Litigano sempre
ma non riescono a lasciarsi.
FILMATO N.10: ritratto di ciancabilla
lucarelli in studio:
La polizia scopre anche qualche brutto precedente,
che da alla relazione una sfumatura violenta,
conflittuale. Ciancabilla aveva rincorso
Francesca con un paio di forbici, una volta
le aveva fatto un occhio nero, si era fermato
con l'auto sull'orlo di un burrone, minacciando
di uccidersi insieme.
Brutti precedenti, però… dopo. I dubbi dopo.
Seguiamo le indagini.
Ma soprattutto ci sono gli orari, perché
in questo caso, come nel più classico romanzo
giallo, gli orari sono fondamentali. L’ora
della morte, innanzitutto.
La perizia del medico legale stabilisce che
Francesca Alinovi è morta tra le 17/18 e
le 23/24 di domenica 12 giugno. Morte per
annegamento interno dovuto al sangue della
giugulare recisa. Una brutta morte che le
ha causato un’agonia di almeno una decina
di minuti. L’arco di tempo stabilito dall’autopsia
è ampio, ma il cadavere è stato ben tre giorni
al caldo dell’estate, sulla moquette, che
riscalda ancora e accelera il processo di
decomposizione. Non è facile stabilire un’ora,
ma il medico legale, il professor Ricci la
circoscrive a quell’arco di tempo: 17.00
– 24.00.
Sappiamo che Francesco Ciancabilla è stato
con Francesca fino alle 19 e 30. Se Francesca
è morta prima, Ciancabilla è incastrato.
Se è morta dopo è salvo.
Cosa lo incastra?
Il fatto che Francesca riceva e faccia telefonate
fino alle cinque di domenica pomeriggio e
poi silenzio completo fino alla chiamata
di Ciancabilla ad Anna Agari, per l'incontro
alla stazione.
Ancora, Francesca aveva promesso di andare
ad una mostra alle diciannove e trenta, alla
quale non va, non accompagna neppure Ciancabilla
al treno, come faceva sempre, viene trovata
vestita come era stata vista alle due del
pomeriggio, quando era andata a prendere
Francesco, come dice in una telefonata entusiasta
alla sorella, seguita due ore dopo da un'altra,
tesa e turbata, ad una amica di Parma.
E poi c’è l’orologio.
L'orologio è un Rolex automatico, che Francesca
Alinovi portava al polso al momento del delitto.
E’ uno di quegli orologi che si caricano
col movimento, per cui si potrebbe, attraverso
un calcolo complesso e una accurata perizia,
stabilire il periodo di massima carica, sottrarla
all’ora indicata dalle lancette del rolex
fermo e stabilire l’ultimo momento in cui
Francesca ha mosso il polso. E’ un calcolo
complesso, però, perché nel frattempo è successo
che… ma no, questo dopo. I dubbi dopo. Seguiamo
le indagini.
Filmato n. : rolex
La perizia dell’accusa stabilisce che l’ora
segnata dal rolex insanguinato di Francesca
è quella delle 5.12 del 14 giugno. Meno 35
fa le 18 e 12 del 12 giugno. Quando Ciancabilla
era ancora in via del Riccio.
E’ fatta, Ciancabilla è incastrato.
A questo punto, per il giudice istruttore
Daniela Magagnoli e per il commissario Chiusolo
è tutto chiaro: Francesco Ciancabilla ha
ucciso Francesca Alinovi. In un raptus violento
seguito ad un litigio, oppure durante un
gioco erotico o uno scherzo macabro: intontito
dagli stupefacenti l’ha colpita con la punta
di un’arma occasionale, un temperino che
aveva con se e che usava a volte per dividere
la cocaina o quel coltello da cucina che
manca, l’ha presa alla gola con quel colpo
fatale e poi ha continuato, incapace di fermarsi.
Resosi conto di quello che aveva fatto, l’ha
coperta con i cuscini, forse per pietà, poi
si è pulito con l'asciugamano mancante, ha
telefonato all'amica per crearsi un alibi
e se ne è andato.
Lo dicono gli indizi, lo dicono i precedenti,
lo dicono i testimoni e le perizie e lo dice
l'orologio.
Al primo processo, il 31 gennaio 1985, Francesco
Ciancabilla viene assolto per insufficenza
di prove.
FILMATO N. 11: TRIBUNALE E 500.
VOCE LUCARELLI (F.C)
In appello, i giudici restano per sette ore
in camera di consiglio. Alle diciassette
e quindici del 3 dicembre 1986 il presidente
legge il verdetto che "condanna Francesco
Ciancabilla, per omicidio volontario, alla
pena di anni quindici di reclusione, all'interdizione
perpetua dai pubblici uffici e ad almeno
tre anni di casa di cura e di custodia...".
In quel momento Ciancabilla è a bordo di
una 500 e viaggia da almeno due ore verso
la frontiera svizzera. Da lì passerà in Francia
e poi in Spagna, dove è stato rintracciato
quest’anno.
LUCARELLI, IN STUDIO:
Adesso è in carcere a Opera, vicino a Milano,
dove dovrà rimanere per dodici anni, secondo
il verdetto della Cassazione che il 9 maggio
1988 declassa il delitto da volontario a
preterintenzionale.
Dodici anni. Dodici anni per l’omicidio di
Francesca Alinovi. Caso chiuso.
Se fosse un giallo a questo punto ci sarebbe
qualcuno che non è convinto. Qualcuno che
scuote la testa di fronte al colpevole dietro
le sbarre, pensa che c’è qualcosa che non
quadra e si chiede:
ma è stato davvero Francesco Ciancabilla
ad uccidere Francesca Alinovi?
I genitori di Francesco Ciancabilla, per
esempio.
FILMATO N. : I GENITORI DI CIANCABILLA.
LUCARELLI, IN STUDIO:
Torniamo indietro, allora. Torniamo a tutti
quei però seminati e abbandonati durante
il racconto della nostra storia.
La scritta.
C’è qualcosa che non va in quella scritta.
Ricordate: Your not alone, anyway... comunque non sarai mai sola, scritto
con un pennarello sulla finestra del bagno.
Ci sono due persone, due artisti che hanno
dormito a casa di Francesca Alinovi in quei
giorni. I due ragazzi affermano che fino
alla mattina di quella domenica, quando se
ne sono andati, la scritta non c’era. Certo,
potrebbero non averla vista e infatti alla
polizia dicono che non possono proprio giurare
che non c’era… però il bagno è piccolo, appena
1 e 20 per 1 e 90 e la finestra viene anche
riflessa dallo specchio che sta sopra al
bagno. E di solito è chiusa, perché se no
ci si può guardare dentro, nel bagno. C’era
o non c’era quella scritta? E’ importante
perché la perizia calligrafica ordinata dal
tribunale stabilisce che quelle parole non
sono state scritte né da Francesca Alinovi
né da Francesco Ciancabilla ma da una terza
persona.
Le ricerche della polizia portano in Tribunale
un altro testimone, un pittore di Trento,
Umberto Postal, amico di Francesca. Postal,
un uomo magro, con gli occhiali rotondi dalla
montatura leggera, ammette di aver scritto
una frase nel bagno di Francesca, una frase
identica e infatti quando prova a riscriverla
al processo commette lo stesso errore di
ortografia. Ma non l’ha scritta sul vetro
della finestra, l’ha scritta sullo specchio
del bagno, con un rossetto e dopo è stata
cancellata. E poi l’ha fatto tanti giorni
prima perchè lui era a New York per una mostra
ed è tornato in Italia solo quella mattina.
Allora chi ha scritto quella frase? Quando?
E perché?
Your not alone, anyway... comunque non sarai mai sola… che in gergo,
nello slang newyorkese significa anche finalmente ti ho fregato.
FILMATO N. :SCRITTA NEL BAGNO.
LUCARELLI, IN STUDIO:
Gli occhiali nel bagno. Quei rayban a specchio
con una lente sola.
Francesca portava le lenti a contatto ed
erano di una gradazione superiore a quella
degli occhiali. Forse erano suoi, di qualche
tempo prima, di quando ci vedeva meglio…
ma se non erano i suoi di chi erano quegli
occhiali nel bagno?
Altro dubbio: l’ora della morte.
La difesa di Ciancabilla e i suoi periti
mettono in dubbio la precisione della perizia
del professor Ricci. Era estate, era caldo,
c’era la moquette, c’erano tante difficoltà
che potevano spostare quell’arco di tempo
in avanti, oltre le 24 della domenica.
FILMATO N. : LE FOTO DELLA FESTA
VOCE LUCARELLI (F.C)
E poi, lo dicono i testimoni, Francesca Alinovi
aveva sniffato cocaina la sera prima, verso
le undici. Lei e Ciancabilla si erano fatti
un quarto di dose, per festeggiare la riuscita
di una mostra. La cocaina ci mette un po’
a metabolizzarsi e ad essere assorbita dall’organismo,
un processo che naturalmente si arresta con
la morte. Durante i vari dibattimenti c’è
un’altra guerra di perizie su questo argomento
che sposta avanti e indietro l’ora della
morte.
E l’orologio? Quel rolex insanguinato che
segnava con certezza l’ora del delitto?
C’è qualche problema riguardo all’orologio.
L’ora segnata dalle lancette non viene rilevata
subito.
Nel frattempo l’orologio è stato mosso dai
necrofori che hanno rimosso il cadavere,
è stato tolto dal polso di Francesca dal
medico legale che lo ha consegnato alla famiglia,
che lo porta da Bologna a Parma. Il cognato
di Francesca lo tiene in tasca per alcune
ore, poi lo toglie per lavarlo, perché è
ancora sporco di sangue, si accorge delle
lancette IN MOVIMENTO e chiama la questura
di Bologna per segnalare il fatto. Viene
rilevata l’ora, le 11 e 20 di mattina o le
23 e 20 di sera, perché è un orologio così,
come questo e in quel momento nessuno pensa
a far scattare il datario, perché non sembra
ancora importante. L’orologio, intanto, ha
ripreso a camminare e il giorno dopo ci si
accorge che il datario e scattato dal 14
al 15 giugno.
Le perizie dell’accusa e della difesa cercano
di calcolare in quanti minuti di carica aggiuntiva
si possano tradurre questi movimenti per
arrivare a quell’ora a cui sottrarre le 35
di massima carica. L’ora a cui arriviamo
è ambigua… è un orologio come questo: sono
le 5 e 12 del mattino o le 17 e 12 di sera?
Sottratte trentacinque ore, sempre che davvero
l’orologio fosse a massima carica e perfettamente
funzionante, Francesca è morta alle 18 e
12 del 12 giugno o alle ***? Le 18 e 12 concorderebbero
con la perizia del medico legale, ma la perizia
è così precisa? E’ un serpente che si morde
la coda… fermiamoci alle cose concrete. Ai
fatti.
Chiediamoci: come è stata uccisa veramente
Francesca Alinovi. C’è qualcosa che può dircelo.
FILMATO N. :LA SCIENTIFICA
LUCARELLI, IN STUDIO:
Lo studio delle ferite compiuto dal commissario
Bozzi con due medici legali parla chiaro:
L’assassino di Francesca Alinovi ha colpito
per uccidere. Non si è trattato di un incidente
o di un gioco erotico finito male, ma di
un omicidio intenzionale. 47 colpi inferti
per uccidere e tanti sulla schiena, mentre
Francesca è a terra che rantola, perché non
si decide a morire, tanto che l’assassino
deve girarla su un lato per vedere cosa succede
e poi coprirla con due cuscini, perché fa
rumore e ci sono le finestre aperte. Forse
se ne va dall’appartamento senza neanche
sapere se è morta davvero la povera Francesca.
E’ Ciancabilla questo assassino?
Forse… però… l’assassino si è sporcato, almeno
sulle gambe. Ma quando è uscito di casa Ciancabilla
non era sporco di sangue, lo dice Anna Agari,
la ragazza che lo incontra alla stazione
e che lo aveva visto all’inizio del pomeriggio,
con gli stessi vestiti addosso. Certo, Anna
Agari potrebbe non essere attendibile, però…
c’è un altro però.
L’interruttore. Quell’interruttore sporco
di sangue. Perché l’assassino avrebbe dovuto
accendere o spegnere la luce alle 19 e 30
del 12 giugno, quando sicuramente c’è ancora
il sole?
Mistero. Il caso Alinovi è sicuramente un
caso misterioso. Ma non è l’unico.
Nel 1983, quando viene uccisa Francesca Alinovi
il DAMS, Discipline delle Arti, della Musica
e dello Spettacolo, corso di Laurea della
Facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna,
ha appena tredici anni, ma il "corso
più moderno e progressista dell'università
più antica del mondo", la "scuola
che insegna a diventare artisti", in
cui lavorano Umberto Eco e Renato Barilli,
ha già fatto parlare molto di sè. E non solo
in senso culturale.
La sera del 30 dicembre 1982, Angelo Fabbri,
uno studente di Cervia di ventisei anni,
uno studente modello, uno dei preferiti da
Umberto Eco, esce dal suo appartamento di
Bologna e lì, in via Mirasole, in pieno centro,
scompare. Viene ritrovato la mattina dopo
da due cercatori di tartufi, in un burrone
in Val di Zena, ucciso da dodici pugnalate
alle spalle.
Il DAMS torna nelle cartelline color panna
della Questura già nel luglio 1983, quando
Liviana Rossi, studentessa di Ferrara, viene
uccisa in Calabria, ma soprattutto il 3 dicembre,
quando viene ritrovata Leonarda Polvani,
di vent'otto anni, iscritta al DAMS da due
settimane. Anche lei scompare all'improvviso:
parcheggia sotto casa e si dissolve nello
spazio tra l'auto e il portone, mentre il
marito l'aspetta di sopra, per riapparire
cinque giorni dopo in una grotta fuori Bologna,
nuda, con un laccio legato al collo, uccisa
da un colpo di pistola al cuore. Quattro
delitti in otto mesi: nasce l'ipotesi che
siano maturati tutti nell'ambiente "torbido
e malato" del DAMS, che l'autore sia
uno solo, una specie di "killer degli
intellettuali". L’ambiente è comunque
morboso: nei giorni successivi all’assassinio
di Francesca Alinovi sui muri del quartiere
universitario, appare un manifesto agghiacciante:
il volto di Antony Perkins, nell'espressione
folle di "Psycho", reso più allucinato
da un occhio enorme, da cartone animato e
sotto, assieme alla scritta Cadaveri squisiti, il volto di Francesca Alinovi, ripetuto
più volte.
Ma di effettivi legami non se ne trovano,
a parte l’iscrizione alla stessa facoltà
che potrebbe essere spiegata semplicemente
con un calcolo statistico. E così i delitti
del DAMS perdono la loro etichetta e restano
soltanto casi insoluti.
Altri misteri di una città che non è come
le altre città. Bologna.
Se fosse un romanzo giallo, il caso Alinovi
non potrebbe che essere ambientato in una
città così: bellissima, ambigua e misteriosa.
FILMATO N. : BOLOGNA.
Se fosse un romanzo giallo, a questo punto
ci sarebbe la scoperta dell’assassino. Se
fosse un romanzo di Klavan, qualcuno correrebbe
dal magistrato con la prova che scagiona
Ciancabilla e lo tira fuori dal carcere inchiodando
il vero assassino. Oppure salterebbe fuori
l’indizio imprevisto, la testimonianza dimenticata
e come in "Testimone d’accusa"
di Alfred Hitchcock scopriremmo che, colpo
di scena, è stato davvero Francesco Ciancabilla
quando tutto sembrava dimostrare il contrario.
Vediamo.
Prima ipotesi: è stato Francesco Ciancabilla.
Era con lei quel pomeriggio, litigano come
al solito ma questa volta con un’intensità
diversa. Lui scatta, esplode in un raptus
violento, magari aumentato dagli effetti
della cocaina e la uccide. Poi si cambia
con i vestiti che ha nella valigia, va alla
stazione e parte. Forse, però…
Vediamo: seconda ipotesi. Ciancabilla se
ne va, esce dall’appartamento di Francesca
e lei è ancora viva. Sono le 19 e 30 e lei
è ancora viva. Forse esce anche lei e poi
ritorna, oppure sta per uscire ed ecco perché
indossa quel giubbetto anche se è in casa…
ma in quel momento arriva qualcuno. Un altro
artista del suo giro, un collega di lavoro,
un amico, anzi no… un nemico, qualcuno che
ce l’ha con lei per qualche motivo. E’ andato
a trovarla per discutere, per rimproverarle
qualcosa, uno sgarbo sul lavoro o forse è
un innamorato respinto da lei che guardava
solo quell’altro, solo Ciancabilla. Lei lo
fa sedere nel divanetto accanto alla potrona
di vimini. Siede anche lei, lo ascolta, forse
risponde, forse risponde male e lui scatta.
La colpisce selvaggiamente con la prima cosa
che si trova in tasca, un coltellino, come
quello che gli artisti usano per aprire i
colori o tagliare il cartone. 47 volte, in
quel modo brutale e tremendo che abbiamo
visto prima. Poi scappa. In prigione ci finsce
quello sfortunato di Francesco Ciancabilla
e lui è fuori. Nascosto. Nell’ombra. Forse.
Vediamone un altro. Terza ipotesi. Gira molta
droga in quegli anni all’Università, soprattutto
al Dams, soprattutto in un ambiente come
quello di Francesca. Ne fa uso anche lei,
un po’, lo sappiamo. Nei suoi diari c’è una
cosa strana, una notazione. Qualche tempo
prima di morire Francesca va in Turchia,
in vacanza. Conosce un uomo, l’unica distrazione
che si concede in tre anni dal suo amore
per Ciancabilla. L’uomo è un uomo ambiguo,
immischiato in traffici strani. Lei lo chiama
"il boss della droga" e forse esagera,
ma forse non tanto. Comunque la droga c’è
in quegli anni e in quegli ambienti. E se
Francesca Alinovi fosse rimasta coinvolta,
magari involontariamente, magari solo sfiorata
di striscio, come utente occasionale, con
un brutto traffico? Se quella persona che
è andata a trovarla la sera, dopo Ciancabilla,
era uno spacciatore violento, un pusher che
voleva qualcosa da lei e ha finito per ucciderla
con uno di quei temperini che spesso i tossicodipendenti
si portano dietro?
Ipotesi, ipotesi da romanzo giallo. Ma questo
non è un giallo, questo è un caso di cronaca
e chi abbia ucciso Francesca Alinovi noi
non lo sappiamo. E’ l’Uomo Ombra, come si
usava dire nei vecchi gialli degli anni trenta
per indicare un assassino misterioso. L’uomo
ombra.
Appuntamento la prossima settimana, alla
stessa ora, su RAI 2 per raccontare un altro
mistero.
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